Morti nelle Rsa, indagini anche nel comasco. I dati nell’erbese

Caterina Franci 15 Aprile 2020

Attualità

Ca’ Prina a Erba

 

ERBA – Anche la Procura di Como ha avviato nei giorni scorsi un’attività di indagine sulle Rsa della Provincia per fare chiarezza sui casi di contagio da Coronavirus nelle strutture e, soprattutto, sul numero di decessi, drasticamente aumentato.

LA SITUAZIONE NELL’ERBESE

Albese con Cassano: 120 casi di Coronavirus a Villa San Benedetto

Nell’erbese, la situazione più grave è ad Albese con Cassano dove nell’Rsa Villa San Benedetto ad oggi, mercoledì 15 aprile, sono stati riscontrati 120 casi di Coronavirus su 160 degenti. Quattordici i decessi registrati dall’inizio dell’epidemia, di cui cinque per Covid 19, sette per supposto Covid 19 e due per altre patologie (dati, questi, diffusi dalla struttura stessa lo scorso 8 aprile).

Oltre a Villa San Benedetto sono stati riscontrati altri 7 casi di Coronavirus in un’altra Rsa del paese, Villa Parravicini.

“La situazione è preoccupante – ha commentato il sindaco di Albese con Cassano Carlo Ballabio che sta seguendo da vicino la situazione dell’Rsa – auspicherei sicuramente un approfondimento da parte della Procura su Villa San Benedetto dove si è sviluppato un vero e proprio focolaio epidemico”.

Asso: all’Istituto Colleoni 18 ospiti positivi al 9 aprile 

Diversi i casi di contagio anche nell’Rsa Istituto Colleoni di Asso. Gli ultimi dati diffusi dal Comune risalgono al 9 aprile: 18 i casi positivi di Coronavirus tra gli ospiti (33 in totale i degenti), 15 tra gli ospiti intermedi, 1 decesso (un caso positivo non accertato) e 11 tra i 55 operatori.

Canzo: nessun caso alla Rsa Don Pozzoli, attenzione alta alla Croce di Malta

Situazione sotto controllo alla RSA Don Pozzoli di Canzo dove, fino ad oggi, non sarebbero stati riscontrati casi di positività al virus. Diverso il caso della RSA Croce di Malta dove, stando a quanto riportato dal sindaco Giulio Nava in una nota dello scorso sabato, la situazione sarebbe alquanto difficile anche a fronte di diversi decessi verificatisi negli ultimi giorni. Proprio per questo il sindaco Nava ha chiesto un costante aggiornamento ad Ats Insubria e Prefettura. “Mi è stato riferito che, purtroppo, la situazione nella struttura è abbastanza difficile – aveva spiegato il sindaco – I decessi avvenuti non possono essere ricondotti con certezza al Covid, dal momento che i pazienti venuti a mancare non erano stati sottoposti a tampone. Tuttavia è presumibile che vi sia un collegamento”.

Dalla struttura hanno fatto sapere con apposita nota stampa: “La Residenza ha comunicato nei giorni scorsi, all’autorità sanitaria, la presenza di Anziani con clinica sospetta da coronavirus o potenzialmente infetti e nell’ottica della massima trasparenza vuole condividere le azioni intraprese a tutela di Ospiti e Operatori. A questo proposito ci teniamo a ribadire come in questa situazione straordinaria lo standard dell’assistenza agli Ospiti sia stato mantenuto ed anzi come la struttura si sia attrezzata, per competenze e professionalità, ad assistere ospiti con sintomi febbrili simil Covid, gestiti in rigoroso isolamento rispetto agli altri che non manifestano sintomi. Nei giorni scorsi la struttura, insieme alle associazioni di categoria, ha lanciato un appello alla Regione Lombardia per estendere le procedure di screening attraverso tampone non soltanto agli ospiti con sintomatologia ma anche ad operatori sanitari e personale di supporto. L’appello pare sia stato accolto dalle istituzioni che provvederanno ad organizzare l’avvio dello screening. Nei prossimi giorni avremo quindi nuovi elementi di consapevolezza per lavorare al meglio e con maggiore sicurezza per ospiti e operatori e accogliere nuovamente al lavoro colleghi e colleghe guariti o che non presentano tampone positivo. Siamo in costante contatto con ATS Insubria per informare dell’andamento e sulla salute dei nostri Ospiti”.

QUI LA NOTA INTEGRALE DELL’RSA CROCE DI MALTA DI CANZO

Ponte Lambro: anche all’Rsa Karol Wojityla nessun caso di Covid

“Proprio ieri, martedì, ho avuto un confronto con la struttura – ha fatto sapere il sindaco di Ponte Lambro Ettore Pelucchi – al momento non sono stati riscontrati casi di Coronavirus tra gli ospiti dell’Rsa”.

Erba: a Ca’ Prina 12 decessi riconducibili al Covid

Sono 20 gli ospiti deceduti dall’inizio dell’anno nella Rsa di Erba Ca’ Prina (un dato come sottolineato ‘in media con gli altri anni’), 12 dei quali riconducibili a casi di Coronavirus. Come noto il sindaco di Erba Veronica Airoldi ha richiesto che vengano effettuati tamponi su tutti gli operatori sanitari (180 quelli della struttura, di cui 153 attualmente in servizio). Proprio oggi, mercoledì, il primo cittadino ha inviato una lettera a Ca’ Prina chiedendo di essere aggiornata sui numeri dei tamponi effettuati.

Albavilla: 1 caso positivo all’Rsa Opera Pio Roscio

Un caso positivo di Covid19 è stato riscontrato nell’Rsa albavillese Opera Pio Roscio: l’ultimo aggiornamento risale allo scorso 6 aprile. Il sindaco Giuliana Castelnuovo ha ribadito l’importanza di effettuare tamponi non solo sui degenti ma anche sugli operatori sanitari e l’utenza attiva.

Emergenza Rsa: nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil

“Oggi la situazione nelle Rsa del territorio comasco è drammatica, ben oltre il livello di tolleranza fisiologica del contagio, lontanissima dalla descrizione che ne fa Ats Insubria – hanno scritto i sindacati in una nota congiunta sull’emergenza Coronavirus nelle Rsa – basti pensare che 415 tamponi non riuscirebbero a coprire neppure l’intera popolazione di una struttura cittadina, se consideriamo la sommatoria di ospiti e operatori. I dispositivi forniti continuano ad essere insufficienti (il numero di 29.878 va rapportato alla deperibilità quotidiana degli stessi e deve essere differenziato per tipologia di presidio). Il numero di decessi è inverosimile, basti pensare, citando due strutture del territorio, che le sole Croce di Malta di Canzo e  Borletti di Arosio, sommate, hanno segnalato un numero di morti superiori a 30 con sintomatologie compatibili al Covid-19″.

“È ora di dire basta. Non possiamo accettare che la morte per Covid-19 sia un evento normale nella vita di un ospite anziano di una Rsa. Non possiamo accettare che il personale delle residenze sia quotidianamente esposto al contagio, carente dei dispositivi specifici, oltretutto mancante della dovuta formazione. Ci viene risposto che ogni ospite dovrebbe essere trattato, in via preventiva, come possibile fonte di contagio. Chi conosce minimamente la realtà socio assistenziale sa che la distanza sociale con l’anziano o il disabile, nella pratica dell’igiene quotidiana non può essere rispettata. Servono quindi le stesse protezioni del personale ospedaliero”.

“È quindi necessario mettere in atto tutte le azioni per diagnosticare tempestivamente i soggetti contagiati dal Coronavirus, e per fare ciò è fondamentale rafforzare e potenziare la rete dei Laboratori Analisi che sono in grado di fare lo screening da tampone per la diagnosi del Covid-19. Non comprendiamo perché Ats Insubria e Asst non abbiano ancora attivato il laboratorio analisi del presidio ospedaliero di San Fermo della Battaglia ad effettuare lo screening.  L’effettuazione del tampone su anziani sintomatici, chiesto a gran voce dai sindaci e dai direttori sanitari, avviene troppo tardi (quando avviene) a contagio ormai diffuso. Contiamo purtroppo centinaia di operatori malati con sintomatologia Covid-19 privi di verifica. Anche  a nome delle nostre categorie del pubblico impiego, dei pensionati, dei Servizi alla persona e del Commercio, sollecitiamo  ancora una volta, tamponi a tappeto per tutti, ospiti e operatori (compreso personale degli appalti di cucine e pulizie spesso dimenticato ed invisibile) ed a svolgere quella sorveglianza sanitaria assente dal territorio. È evidente che andranno individuate le responsabilità per tutto quanto avvenuto da parte della magistratura”.

QUI LA NOTA INTEGRALE DEI SINDACATI