Erba

Mensa Mani Aperte, quando il Coronavirus non ferma la solidarietà

Miryam Colombo 27 Febbraio 2020

Attualità, Erba

ERBA – “Come avremmo potuto lasciare tutti i nostri utenti senza pasto?”. Una domanda semplice e chiara, ma che nasconde la forza e la determinazione di chi non si lascia scoraggiare da nulla e continua a aiutare. Questa è la storia della Mensa della Solidarietà di Erba, la storia di una delle tante realtà che, nonostante le restrizioni per evitare la diffusione del Coronavirus, proseguono nel loro lavoro di solidarietà.

Aperta nel 2005 e gestita dall’associazione “Mani Aperte”, la mensa di via Como conta oggi circa 25 utenti: per lo più si tratta di persone in difficoltà, spesso sole, inviate anche dai Servizi Sociali di 19 comuni dell’erbese. A loro 365 giorni all’anno, sette giorni su sette, viene assicurato un pasto caldo ogni sera grazie al lavoro dei circa 200 associati volontari.

Il cibo preparato nelle cucine e distribuito nel refettorio deriva interamente da donazioni: attraverso la rete del Banco Alimentare, le donazioni di supermercati e anche quelle spontanee di piccoli negozi, la dispensa della Mensa viene riempita periodicamente di ogni genere necessario. “Il territorio erbese è molto generoso”, ha commentato Mario Casella, presidente dell’Associazione “Mani Aperte”.

Ed è proprio lui a raccontarci come l’Associazione ha reagito alla diffusione delle ordinanze di sicurezza, emesse da Regione, dalla Prefettura e dai Comuni, per limitare la diffusione del Coronavirus.

“Assumendo le misure di prevenzione di Regione, Caritas Ambrosiana, ente con cui collaboriamo, ha diffuso domenica una serie di indicazioni da adottare nelle diverse realtà di assistenza – ha spiegato Mario Casella – Per quanto riguarda le mense, siamo stati invitati a evitare code all’ingresso e la permanenza nei locali chiusi. Come avremmo quindi potuto garantire un pasto ai nostri utenti rispettando queste richieste?”.

Ed ecco la soluzione: “Le alternative erano due: o chiudere o trovare un modo diverso – ha continuato il presidente – E così abbiamo deciso di distribuire, ogni giorno per tutta la settimana e fino a nuove disposizioni, un pacchetto contenente dei panini imbottiti, acqua e della frutta in modo che a nessuno mancasse nulla e che le precauzioni da prendere fossero assolte, da parte sia dei volontari che degli utenti”.

“Lunedì sera si sono presentate al cancello 9 persone, mentre martedì 13 – ha proseguito Casella – Penso di poter dire che il messaggio sia stato recepito: non si tratta di cessare il servizio, ma semplicemente di trovare un equilibrio tra ciò che ci viene chiesto e ciò che quotidianamente svolgiamo”.

E così è stato anche ieri sera, mercoledì. Un panino, una focaccia, un succo di frutta per tutti, ma soprattutto un sorriso, una parola scambiata quasi tra amici. A testimonianza di come, nonostante le preoccupazioni e i timori, un modo per aiutare gli altri si possa sempre trovare.