
ERBESE – Mascherine chirurgiche a 50 centesimi nelle farmacie italiane. È questo il cuore dell’accordo siglato ieri, lunedì, tra il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, l’Ordine dei Farmacisti e Federfarma.
Stando a quanto previsto dall’intesa, tutte le farmacie e le parafarmacie del paese “saranno messe in condizione di vendere a tutti i cittadini le mascherine chirurgiche al prezzo massimo di 0,50 euro, al netto dell’Iva, fissato con una ordinanza del commissario Domenico Arcuri”.
Quest’ultimo avrebbe voluto tale provvedimento nel tentativo di bloccare qualsiasi forma di speculazione garantendo “il diritto alla salute di tutti i cittadini”, che saranno obbligati a indossare la mascherina almeno fino al prossimo 18 maggio, come stabilito dall’ultimo decreto.
Il provvedimento ha ovviamente visto coinvolte anche le farmacie della Provincia di Como e dell’erbese che già da ieri pomeriggio si sono adeguate alle disposizioni , che a livello nazionale non hanno mancato di sollevare qualche preoccupazione e perplessità tra gli addetti del settore.
Abbiamo quindi chiesto al presidente di Federfarma Como e vicepresidente di Federfarma Lombardia, Attilio Marcantonio, qualche considerazione in merito alla situazione.
“Ieri abbiamo ricevuto le nuove disposizioni che sono già state applicate dalle farmacie della provincia – ha spiegato -. Al momento la questione più rilevante da affrontare riguarda la necessità di capire quali siano le mascherine chirurgiche a cui applicare tale prezzo. Inizialmente, infatti, l’indicazione sembrava riguardare tutti i dispositivi di questa categoria, ma questa mattina ci è stata inviata una circolare su cui sono riportate determinate specifiche tecniche delle mascherine: quindi, dovremo capire se il prezzo di 0.50 euro vale solo per le mascherine chirurgiche con queste caratteristiche o per tutte”.
Un’altra questione rilevata riguarda invece il risarcimento del differenziale tra i costi già sostenuti dalle farmacie per acquistare i dispositivi e il prezzo di cessione ai clienti: “Con l’introduzione di questo cambiamento nella vendita al cliente, il Governo ha assicurato che ripagherà ‘in natura’, ovvero con altrettanti pezzi rispetto a quelli già ordinati, le farmacie. Al momento siamo in attesa di capire come verrà effettivamente gestito anche questo aspetto – ha continuato il presidente Marcantonio -. Attraverso il sindacato di Federfarma Como siamo riusciti recentemente a provvedere, mediante fornitore autorizzato, all’acquisto di mascherine certificate di diverso tipo, prodotte all’estero, a prezzi calmierati considerando che ultimamente le mascherine chirurgiche vengono vendute dai fornitori a 5-6 euro l’una”.
“Devo constatare, purtroppo, che c’è grande confusione nella gestione di questa questione a livello nazionale – ha concluso il presidente – Ci sono delle incongruenze e dei dubbi nell’interpretazione dei codici di certificazione e, oltre a questo, si aggiunge l’aspetto dei rimborsi. È una situazione in forte evoluzione e speriamo quindi di ricevere presto indicazioni più precise”.