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Magreglio: “Casa Begni a rischio?” La famiglia Moiana scrive al Comune

Lorenzo Colombo 22 Luglio 2013

Attualità, Magreglio, Politica

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MAGREGLIO – Nonostante il vincolo posto dalla Soprintendenza ai Beni architettonici della Lombardia, una recente delibera comunale ha previsto la formazione di un parcheggio auto e della costruzione di un edificio entro il perimetro protetto di Casa Begni, piccolo insediamento monastico francescano del XVI secolo che ospitava il convento con atrio e pozzo, cappelletta, refettorio e celle dei monaci. La struttura era completata da stalla, fienile, lavatoio, orto e giardino. 

Un “unicum” da salvare, ma che alcuni residenti temono possa diventare il classico esempio di speculazione edilizia. “Basta pensare che decenni fa era addirittura stato proposto in Comune  l’abbattimento di Casa Begni per costruire un supermarket – afferma Giuseppe Mojana, comproprietario del complesso, e continua – Ne derivò un sopralluogo della Sovrintendenza ai Monumenti della Lombardia che sottopose l’intera struttura a vincolo. Ma da allora, periodicamente, continuiamo a denunciare tentativi di abusi edilizi sulla superficie di questo patrimonio culturale di Magreglio, il complesso più antico del paese. Basti dire che il nostro condomino ha volutamente trasformato uno spiazzo di sua proprietà in una vera e propria discarica di eternit a cielo aperto, con i conseguenti rischi per la salute della nostra famiglia e di quelle dei vicini”.
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Se esternamente la struttura che è stata recentemente ristrutturata si presenta come un gioiello, all’interno la situazione è invece l’opposto. La situazione, così come documentano le fotografie, è di degrado, causato da decenni di abbandono dei locali e degli spazi da parte del condomino. L’antico lavatoio del XVI secolo in pietra è stato frantumato, e quell’intera area, locali e spazi, è stata abbandonata. “Non è solo una questione di igiene – raccontano i residenti – Ma anche per la pericolosità”.
Per questo fino ad ora le famiglie Begni e Mojana hanno sempre provveduto alla conservazione del complesso, effettuando costosi lavori di ristrutturazione: dai soffitti ai muri, ai pavimenti e alle tante migliorie interne, come anche voluto e disposto dall’ex proprietario,  il pittore Tullio Mojana (el pitùr de Magrej), a ricordo del quale il Comune di Magreglio ha dedicato una via.
 solo una parte è lasciata al degrado, ed è stata dichiarata agibile dal Comune.
Attualmente Giuseppe Mojana ha richiesto alla Soprintendenza ai Beni arhitettonici e paesaggistici della Lombardia un nuovo sopralluogo al fine di poter ridare la doverosa dignità storica a Casa Begni, che è un vanto per l’intero paese. Ma non solo: il complesso, oltre a essere vincolato, figura anche tra le Dimore Storiche Italiane (A.D.S.I.).
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Non solo. La famiglia Mojana ha inviato al Comune di Magreglio un’osservazione contro il progetto di parcheggio e di costruzione entro il perimetro vincolato di Casa Begni.  Nel contempo ha nuovamente invitato il proprio condomino al rispetto delle normative di tutela del patrimonio storico affermando: “Nessuno dei proprietari di Casa Begni guadagna ad antagonizzarsi contro l’altro. Basterebbe buon senso e lungimiranza per giungere a una ristrutturazione delle aree critiche che ridia decoro al complesso, che per la sua importanza storica potrebbe diventare sede della locale Biblioteca Civica o, perchè no, un Centro di Cultura e spiritualità, come ci è stato proposto”.

Oggi infatti, lunedì 22 luglio, scadono i termini per le osservazioni nei termini di legge. L’intento della famiglia è quello di fermare in Comune un eventuale scempio storico-culturale, che danneggerebbe una delle più significative testimonianze storiche del piccolo borgo.

 

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