PROSERPIO – Domenica 14 giugno, presso l’oratorio di Proserpio, il presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Giuseppe De Leo, ha ritirato il Premio Ostini, un fondo di circa 15.000 euro da destinare alla ricerca scientifica. Un premio ma soprattutto una storia da raccontare perché poggia su dei valori forti, come l’amicizia, la solidarietà, lo sport e la speranza. Una storia che nasce da una promessa, come ci ricorda il sindaco di Proserpio, Giulio Nava.
“Il Comitato Ostini, di cui faccio parte, è nato per non dimenticare Alessandro Ostini, un amico che ha perso la guerra contro la leucemia” – ricorda Nava. “Ogni anno, la prima domenica di ottobre, ci ritroviamo fra amici, vecchi e nuovi, per condividere insieme un sogno: riuscire a curare e guarire questa subdola malattia che fa ancora soffrire tante persone” – conclude Nava. Dopo la tragica scomparsa di Alessandro Ostini per leucemia a soli 29 anni, Marinella e Chiara Ostini, sorella e figlia di Alessandro, hann
o deciso di creare un comitato e promuovere un evento che potesse servire non solo a ricordarlo ma anche ad aiutare concretamente chi si trova a combattere contro lo stesso male.
Nasce così, nel 1994, la “Camminata della Speranza”, una corsa non competitiva che parte e arriva in piazza Brenna, a Proserpio, passando per Longone ed Eupilio. Un appuntamento che si è ripetuto anche domenica 5 ottobre 2014, quando i duemila iscritti alla 21ma edizione hanno consentito di iniziare una nuova raccolta fondi da destinare alla ricerca scientifica, rinnovando la promessa fatta dal Comitato Ostini. Domenica scorsa, durante l’aperitivo-cena, la delegazione dell’Istituto Nazionale dei Tumori ha così potuto ricevere in dono il simbolico assegno “gigante” con l’ammontare della cifra raccolta in bella vista: 15.549,43 euro. Il presidente De Leo è stato accompagnato da Maura Massimino, direttore della Pediatria Oncologica, Filippo Spreafico e Laura Veneroni, medico e psicologo della stessa struttura, Don Tullio Proserpio, cappellano, e Paolo Corradini, direttore del Dipartimento di Ematologia e Onco-ematologia Pediatrica. Il fondo sarà utilizzato in parte per finanziare le attività del Progetto Giovani dell’Istituto e in parte per avviare un nuovo progetto di ricerca sulle terapie innovative nei linfomi aggressivi. Durante la serata Corradini e Massimino hanno discusso con il pubblico in sala di molte attività che si svolgono in Istituto: un fiore all’occhiello è certamente l’esperienza del Progetto Giovani.
Il Progetto Giovani della Pediatria Oncologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è nato nel 2011 e la sua attività è dedicata ai pazienti adolescenti malati di tumore. L’obiettivo è di creare un nuovo modello di organizzazione medica e di cultura specifica e di occuparsi non solo della malattia ma anche della vita dei ragazzi, facendo entrare in ospedale la loro normalità, la loro creatività, la loro forza. Il gruppo multidisciplinare costituitosi attorno al Progetto vuole affrontare, in modo ampio e determinato, una situazione di reale disagio, spesso sottovalutata. I pazienti adolescenti, infatti, hanno minori possibilità di accedere ai centri di eccellenza e, come conseguenza, hanno anche minori probabilità di guarire dei bambini, a parità di condizione clinica. Il Progetto Giovani vuole migliorare e standardizzare particolari aspetti clinici come l’accesso ai protocolli di cura, il supporto psicosociale, le misure di conservazione della f
ertilità e la gestione dei pazienti dopo la conclusione della terapia. Non solo, vuole anche creare – in un reparto inizialmente nato per curare i bambini – spazi e progetti dedicati, per rendere il luogo di cura un posto un po’ “speciale” per gli adolescenti malati.
Proprio per questo un aspetto fondamentale è quello dell’attività sportiva dei giovani: lo sport fa parte della vita di un giovane, come il gioco per il bambino. Attraverso lo sport s’impara a conoscere il proprio corpo, si fa esperienza del superamento dei propri limiti, si rinforza il senso di competenza e di autostima. In seguito alla diagnosi di tumore e durante il periodo delle terapie, però, accade spesso che i ragazzi e i giovani praticanti o amanti dello sport possano abbandonare la pratica sportiva e non riprenderla nemmeno dopo la fine delle cure. Le evidenze scientifiche, tuttavia, non controindicano per nulla lo sport durante le terapie oncologiche e, tanto più, alla loro conclusione. Per un adolescente che improvvisamente deve fare i conti con un corpo sofferente e vulnerabile, fare sport può essere un’occasione preziosa per fare esperienza di sé, scoprendo una persona che può essere forte nonostante la malattia e che accetta nuove sfide.
Per tutte queste ragioni, il team dell’Istituto che segue il Progetto Giovani sta cercando di lanciarne un altro, il Progetto Sport. Lo sport si potrà “guardare”, assistendo insieme a partite o allenamenti di squadre professionistiche, oppure si potrà “imparare”, partecipando a eventi come conferenze/testimonianze di vari atleti. Ma soprattutto lo sport si potrà “vivere” come attività allenante, ossia attività muscolare, dell’apparato cardio-vascolare e respiratorio, con il controllo del peso corporeo e la riabilitazione nella “palestrina” del reparto. E sarà uno sport da praticare insieme, in gruppo, con corsi di barca a vela, jogging, bici e trekking; oppure da organizzare come vera e propria attività agonistica allestendo in futuro, perché no, una squadra polisportiva della Pediatria Oncologica. Alcune idee sono già realtà: ad esempio, grazie alla collaborazione con “Il Progetto del Vento”, la Pediatria Oncologica organizza uscite in barca a vela
con i ragazzi. In futuro la collaborazione con alcuni centri di medicina dello sport faciliterà l’accesso alla pratica sportiva degli adolescenti in cura. Il Progetto Sport, che sarà coordinato dal dottor Filippo Spreafico e dal fisioterapista Michele Murelli, si rivolge ai giovani e adolescenti con malattie oncologiche ed emato-oncologiche. E a questo punto crediamo che il generoso assegno del Comitato Ostini sia stato messo veramente in buone mani.