
ERBA – Una storia di amore, di forza e di rinascita quella che è stata raccontata ieri, giovedì, tra le mura dell’Aula Magna dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba, in occasione della presentazione del libro di Michela Musante, docente di Lettere presso il Liceo Marie Curie di Meda, “L’ospite. Storia di un trapianto“. Un’opera in cui l’autrice racconta una dolorosa esperienza cominciata proprio nell’Ospedale di Erba quando, nell’aprile del 2019, venne diagnosticata alla figlia Lucrezia, allora dodicenne, una grave patologia al fegato. Come racconta Michele tra le pagine del suo libro, questa è una storia che, per quanto dolorosa, contiene anche tanto amore e tanta gratitudine, una gratitudine immensa nei confronti dell’Unità Operativa di Pediatria dell’Ospedale di Erba – all’epoca guidata dal Dott. Calligari –, la quale è stata in grado di diagnosticare in meno di 24 ore la rara patologia al fegato di cui Lucrezia soffriva e di fornirle le prime fondamentali cure, prima di essere trasferita a Bergamo in attesa del trapianto.
Presente all’incontro come moderatrice Enrica Atzeri, direttrice della Biblioteca di Erba: “Questo è un esempio di buona sanità, ci lamentiamo continuamente della mala sanità e di episodi spiacevoli e che mettono in luce una non sufficiente cura del paziente, qui siamo a testimoniare un esempio di sanità ottima e di competenza scientifica elevatissima. Questa è la vicenda di una rinascita erbese“.
“Voglio ringraziare l’Ospedale Fatebenefratelli, luogo dove i miei figli sono nati e dove Lucrezia è rinata – afferma l’autrice Michela Musante -, grazie per l’opportunità di raccontare questa storia dal vivo in un luogo che per me è denso di emozioni che rivivo con dolore e gioia al tempo stesso. Per me la scrittura è sempre stata una necessità e un’amica fidata, questo è stato un evento che, una volta superata la fase emergenziale, non potevo non raccontare. Ho sempre avuto l’ossessione della memoria, avevo paura di dimenticare e, durante quel periodo, rincorrevo i medici e prendevo appunti, scrivevo pagine di diario su quello che succedeva in reparto”.
“La vicenda ha inizio proprio qui, in questo luogo per pura casualità- prosegue Michela -, mi trovavo al Fatebenefratelli perché stavo facendo riabilitazione fisioterapica dopo un intervento all’anca e quel giorno Lucrezia, che era qualche giorno che non stava molto bene, venne a trovarmi insieme a mio marito e durante una passeggiata nel giardino dell’Ospedale divenne completamente gialla in volto. Venne, dunque, ricoverata d’urgenza e il giorno dopo il Dott. Calligari, insieme alla sua equipe, mi disse che, dopo aver escluso numerose ipotesi, rimaneva quella di una malattia genetica rarissima che prende il nome di Malattia di Wilson, causata dall’assenza di un enzima che permette lo smaltimento del rame e di alcuni metalli pesanti presenti nel nostro corpo, il rame aveva raggiunti livelli di allerta e la malattia era in uno stato oramai terminale. Una volta trasferita a Bergamo, i Dottori confermarono l’ottima diagnosi e tempestività fatta dai colleghi di Erba, dopo due ore in cui eravamo a Bergamo Lucrezia entrò nella lista nazionale ed europea dei trapianti. Oggi Lucrezia sta bene, le cure salvavita e i controlli continueranno sempre ma conduce una vita normale“.

Durante la presentazione del libro parole di commozione sono state spese anche dal Dott. Fabio Focarile, primario di Pediatria dell’Ospedale di Erba dal 2021: “Questa storia sottolinea il fatto che per raggiungere dei risultati bisogna collaborare, qui c’è stata una grande collaborazione interna, tra colleghi e la famiglia di Lucrezia, ma anche una fondamentale collaborazione con l’Ospedale di Bergamo”.
“Questa vicenda e la lettura di questo libro può farci percepire e far emergere l’amore e il rispetto per la vita – afferma Enrica Atzori-, questo è l’insegnamento più grande che questo libro porta. Ogni giorno noi non ci rendiamo neanche conto del dono della vita, fino a che non stiamo per perderlo e, come dice Michela, c’è un prima e c’è un dopo rispetto a questa consapevolezza. Questo libro può aiutare i ragazzi a capire che non devono correre dei rischi inutili, bisogna insegnare questo amore e questo rispetto per la vita ai giovani, fin da bambini. Attraverso la lettura in famiglia bisogna far passare il rispetto per la propria vita e per quella altrui“.