CANZO – Anche quest’anno Canzo e le sue genti hanno condannato la Giubiana bruciandola sul rogo come da tradizione. In una serata dal clima non propriamente invernale, giovedì sera si è svolta la festa della Giubiana, una donna brutta vecchia e cattiva, colpevole di tutti i mali dell’anno appena passato, pertanto bruciata con un rito che ricorda un pò quello della santa inquisizione.
A Canzo, tra prelibatezze come il “risotto con la luganega” e il “vin brulè”, sono stati in tantissimi a prendere parte all’evento spettacolare che si è svolto in rigoroso dialetto grazie alla “Cumpagnia di Nost” che si occupa dell’organizzazione.
Insieme al grande pubblico sono stati moltissimi i personaggi che, come ogni anno, partecipano alla Giubiana: i cilostar (i candelieri), i pumpier in bicicleta (i pompieri in bicicletta), ‘lcarett di paisan (il carro dei paesani), i buschiro (i boscaioli), i bagai e i regiuu (i bambini e gli anziani), L’aucat di caus pers (l’avvocato delle cause perse), i testimoni dal prucèss (i testimoni del processo), i stria picitt ca fan strimì cun la magia e i diauj dala bela vus (gli spaventa bambini che spaventano con la magia e i diavoli dalla bella voce), l’urzu (l’orso), al casciadur ca duma e fa balà l’urzu (il cacciatore che addomestica e fa ballare l’orso), l’om selvadigh (l’uomo selvatico) e l’Anguana (fata benefica).
Sotto i portici di piazza della chiesa, dove originariamente si svolgeva il mercato del paese, la povera Giubiana anche quest’anno è stata processata ed oltre ad essere accusata delle intemperie della natura dell’anno passato, le si sono addebitate anche la responsabilità di guerre, atti terroristici e disastri ambientali, diventando così un’occasione per ricordare alla comunità quello che non va nel nostro mondo.
Il processo si è concluso con la sentenza di condanna e il “testamento” in cui la Giubiana augura le cose più terribili ai suoi paesani, poi è stata accompagnata al rogo al ritmo incessante dei tamburi, issata sulla catasta e data alle fiamme, e mentre i numerosi presenti guardavano il fantoccio bruciare nella notte illuminata a giorno, probabilmente in molti hanno sperato che questo rito così antico possa davvero funzionare.