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In tanti alla veglia per la pace: “La guerra è una sconfitta per l’umanità”

Redazione 21 Febbraio 2023

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ERBA – “Avremmo voluto fare una veglia per dire che le guerre finiscono, invece siamo qui stasera per dirci che dobbiamo pregare di più per la pace. Le guerre nel mondo sono tante”. Con queste parole Don Ettore Dubini, parroco di Crevenna e responsabile Caritas, ha aperto la veglia per la pace che si è svolta lunedì sera in Santa Maria Nascente.

 

L’evento, che rientra nell’ambito della rassegna per il Mese della Pace 2023 ‘Nessuno si salva da solo’, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e studenti, riuniti in un momento di riflessione e preghiera che ha abbracciato diversi temi di attualità: dalla guerra in Ucraina alle guerre nel mondo, al recente e drammatico terremoto in Turchia, al Covid. E poi ancora la crisi climatica, la tratta dei migranti, le condizioni delle donne.

La veglia è stata occasione per ricordare e omaggiare due figure che hanno contribuito a costruire la pace: Don Tonino Bello e Moreno Locatelli, scomparsi 30 anni fa, e l’esperienza della Cittadella Rondine ad Arezzo, un’organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto, fondata da Franco Vaccari.

veglia per la pace 2023
Durante la serata sono state lettere diverse testimonianze e sono stati raccolti fondi per il terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria.

Don Ettore Dubini

“Il nostro cuore – ha detto Don Ettore accogliendo i presenti insieme al prevosto Mons. Angelo Pirovano – è pieno di voglia di pregare ma anche di preoccupazione. Condividiamo questo momento con tanti amici, tra cui tante amiche ucraine con cui un anno fa abbiamo pregato allo scoppio del conflitto nel loro paese. Celebriamo anche i 60 anni dell’Enciclica Pacem in Terris di Papa Giovanni XXIII”.


Alla serata, molto sentita, ha partecipato anche sua Eccellenza Mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes che ha portato una testimonianza della sua missione e una preghiera.

Mons. Perego

“Un cristiano non può che esigere la pace – ha detto – è una nostra ostinazione e questa sera vogliamo unirci al grido di pace del Papa. Dopo la Pandemia la guerra che è una nuova sconfitta per l’umanità. Da qui l’invito del Papa a lasciarci trasformare il cuore aprendosi a una senso comunitario”.

“Questo grido di pace – ha continuato – nasce dal Vangelo, dalla Pasqua. La lavanda dei piedi è un modo diverso di vivere l’Eucarestia. Dopo Pasqua Gesù appare ai suoi discepoli dicendo ‘Pace a voi’. E lo ripete anche a noi oggi, in questi giorni di guerra quando sembra diffondersi lo spettro della guerra giusta dimenticando il messaggio di pace che è del Vangelo”.


L’arcivescovo ha citato Don Primo Mazzolari, parroco, scrittore e partigiano: “Tu non uccidere, diceva. Questa guerra è irrazionale, ingiusta, frutto di nuovi nazionalismi. Non si tratta solo di superare la guerra, ma anche i conflitti che nascono nelle nostre famiglie, comunità e città” ha concluso, invitando a riflettere sul ‘dono del perdono‘ che “può spezzare la catena di vendetta e dolore”.

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