Erba

Il 17 l’inaugurazione del busto di monsignor Aristide Pirovano dello scultore Capellini

Lorenzo Colombo 8 Settembre 2017

Attualità, Erba

Il Busto bronzeo di monsignor Aristide Milani e lo scultore Sergio Capellini

 

ERBA – Domenica 17 settembre a Erba, al termine della messa in programma alle 10 nella piazza antistante la chiesa di Sant’Eufemia per la festa della Comunità pastorale Sant’Eufemia, avrà luogo la cerimonia di inaugurazione del busto bronzeo raffigurante monsignor Aristide Pirovano, ideato per iniziativa dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (oggi responsabili della missione di Marituba in Brasile) in occasione del centenario della nascita di padre Aristide (2015) e realizzato col sostegno economico dell’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano.

Il busto è opera di Sergio Capellini, scultore di fama internazionale che ha esposto in tutto il mondo e nel 2009 è stato nominato membro della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon da papa Benedetto XVI. L’artista ha lavorato sulla base di una documentazione fotografica e delle indicazioni fornitegli dai Poveri Servi, tra i quali alcuni dei più stretti collaboratori di monsignor Pirovano (in allegato una scheda dell’opera, un’immagine del busto e un’altra col busto e l’autore).

Il busto è stato posizionato nel piccolo giardino adiacente l’abside di Sant’Eufemia, sopra un basamento offerto da Flaminio Corti, per iniziativa degli Amici di Monsignor Pirovano d’intesa con la Comunità pastorale Sant’Eufemia, con la collaborazione del Comitato Sant’Eufemia e di Quej del Masigott.  Un esemplare identico dell’opera è stato collocato presso l’Ospedale Divina Provvidenza di Marituba, in Brasile, e inaugurato il 21 novembre 2016, alla presenza di alcuni rappresentanti degli Amici.

Alla cerimonia interverranno tra gli altri monsignor Maurizio Rolla (Vicario episcopale per la Zona pastorale III di Lecco), monsignor Angelo Pirovano (Responsabile della Comunità pastorale Sant’Eufemia), Veronica Airoldi (Sindaco di Erba), Enrica Sangiorgio (Presidente degli Amici di monsignor Pirovano) e alcuni rappresentanti dei Poveri Servi della Divina Provvidenza.

Il busto, in bronzo largo 70 centimetri, profondo 40 e alto 75 ha uno spessore di 20/30 millimetri, pesa circa 65 kg ed è stato fuso presso la fonderia Guastini di Gambellara a Vicenza.

L’autore, lo scultore Sergio Capellini spiega: “Quando il carissimo Fratel Brunelli mi ha chiesto di realizzare la scultura-ritratto di monsignor Aristide Pirovano, la mia prima domanda è stata: “È ancora vivente? Perché realizzando il ritratto da fotografie non sempre si coglie l’essenza intima della persona”. L’artista, per rappresentarne l’anima, deve indagare attraverso il viso, cogliere quello che gli occhi riescono a trasmettere ed esprimere nella scultura l’intima personalità che viene ritratta. Il volto aiuta a percepire il percorso da seguire per la realizzazione dell’opera. Il ritratto non è una riproduzione meccanica, un ‘calco’, ma si deve realizzare un volto che occupa uno spazio; si deve interpretare lo spirito e la personalità che sono la sintesi delle molteplici espressioni della sua interiorità. Non ho dato subito la mia adesione alla richiesta, subordinandola alla visione del materiale fotografico necessario per poter compiere l’incarico da svolgere”.

Nel lungo periodo della sua attività Capellini ha realizzato decine di ritratti: da quello di Papa Giovanni a quello del Cardinale Panico, da quello di San Giovanni Calabria a quello, per ultimo, di don Bernardo Antonini. Quindi, dopo aver ricevuto il libro “Luoghi della Speranza”,  “che mi ha aperto la porta al mondo degli ultimi e all’instancabile opera caritatevole di Aristide, che ha lottato tutta la vita per alleviare le sofferenze e il dolore di un’umanità abbandonata ed esclusa”, come spiega lo stesso Capellini, ha iniziato ad analizzare le fotografie.
“Ne ho scoperto – prosegue lo scultore – un uomo dall’apparenza fisica fragile, ma con la forza di un gigante: il volto atteggiato in un sorriso rassicurante, la lunga barba bianca, gli occhi che esprimono fiducia. Un uomo che è diventato il tramite per ottenere aiuti nella risoluzione dei problemi che in ogni momento della sua vita si sono presentati.  Queste fotografie mi hanno guidato all’inizio e al compimento del lavoro. L’incontro con i fratelli di Don Calabria è stato necessario per portare quelle modifiche che hanno reso la scultura com’è oggi.
Nutro la speranza che l’opera racconti l’anima di un grande uomo che ha donato, attraverso la sua fede in Dio, sollievo e fiducia a coloro che lo hanno conosciuto. I suoi sogni sono diventati realtà e uno stimolo per altri che hanno seguito il suo insegnamento, portando avanti un grande lavoro di carità”.