Ponte Lambro

Famiglia, donne e giovani. Incontro con la Ministra Elena Bonetti

Miryam Colombo 7 Giugno 2022

Attualità, Ponte Lambro

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Da sinistra il sindaco di Ponte Lambro Ettore Pelucchi, la Ministra Elena Bonetti e Martina Villa dell’associazione LoSnodo

 

PONTE LAMBRO – Famiglia, donne e giovani. Questi i temi affrontati dalla ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, durante l’incontro organizzato dall’associazione giovanile LoSnodo.

L’evento si è svolto lo scorso sabato presso la sala consigliare di Ponte Lambro alla presenza di un pubblico numeroso, di rappresentanti di associazioni e gruppi e di diversi sindaci del territorio. Tra questi ultimi, Ettore Pelucchi di Ponte Lambro, Carlo Ballabio di Albese con Cassano, Mirko Paulon di Tavernerio, Giuseppe Sormani di Sormano, Sergio Binda di Rezzago, Giovanni Vanossi di Merone, Marcello Pontiggia di Caslino d’Erba e Mauro Bellotti, vicesindaco di Castelmarte.

La ministra Bonetti insieme ai sindaci del territorio

 

Dopo il saluto del primo cittadino e una breve introduzione a cura di Martina Villa in rappresentanza dei ragazzi de LoSnodo, la parola è stata ceduta alla ministra che ha sottolineato l’importanza della presenza degli Amministratori comunali a segno di “una progettualità condivisa” e si è complimentata con i giovani per la loro iniziativa in quanto sono le nuove generazioni a dover “animare la vita della comunità senza essere relegate a un piccolo spazio di partecipazione”.

Il discorso si è quindi spostato sui due punti cruciali del Family Act e dell’assegno unico universale, il sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni.

Punto di partenza di tali provvedimenti, come sottolineato dalla Bonetti, è stata l’esperienza vissuta durante la pandemia di Covid-19: “In quel momento è emersa la ricchezza della solidarietà, delle relazioni e del senso di comunità – ha precisato – e abbiamo capito che la nostra impreparazione nel fronteggiare questa emergenza nasceva dal fatto che non avessimo colto i legami tra le persone all’interno dei territori. Abbiamo riconosciuto che dobbiamo lavorare su quello se vogliamo dare crescita al paese e mai come oggi è emerso il valore dei punti di aggregazione, della scuola come luogo di opportunità per i ragazzi: la chiusura degli spazi educativi sta avendo dei danno profondi e il mondo adulto è chiamato a dare una risposta a questa situazione. Oggi è il tempo di guardare alla prospettiva del domani”.

In questa prospettiva nasce, quindi, il Family Act con il quale il Governo ha deciso “di investire e di restituire alle persone del nostro paese la dignità di sentirsi al centro delle politiche pubbliche”. Secondo quanto rilevato dalla ministra, infatti, attraverso questa misura lo Stato decide per la prima volta di investire su ragazzi e bambini come valori centrali, rimettendo al centro della responsabilità pubblica i giovani che, in quanto futuro del Paese, “meritano oggi di poter essere destinatari di percorsi pubblici che ne sostengano la crescita a livello finanziario, di formazione e crescita”.

L’assegno unico universale, quindi, per il quale sono stati stanziati 20 miliardi di euro, non è destinato ai genitori, ma ai giovani, alla loro crescita, ai loro percorsi di vita e dopo 21 anni “si trasformerà in altri investimenti per animare il loro protagonismo”, in quanto “alla crescita di ciascun bambino partecipa la collettività per tutti e senza distinzione”. Affitti, mutui per le giovani coppie, lavoro, formazione sono solo alcuni degli ambiti in cui si concretizzeranno gli stanziamenti a favore dei giovani allo scopo di attivare innovazioni sociali e di scongiurare il rischio sempre più presente e marcato di una diminuzione delle nascite e di spopolamento dei territori.

“Questi territori hanno una grande ricchezza e sono la bellezza del nostro paese, ma il rischio è che si svuotino: qui si può trovare la possibilità di fare qualcosa di nuovo, ma deve esserci l’opportunità di studio, di lavoro e dei servizi perché questo avvenga – ha continuato -. Il Family Act investe sui progetti di vita che sono atti personali, ma che hanno un valore a livello collettivo: ognuno deve trovare nella propria comunità uno spazio in cui essere accolto, ma anche in cui possa contribuire alla crescita della comunità. Perché questo sia possibile devono esserci i servizi che sostengano questa crescita. Non si può chiedere ai soli comuni, deve essere l’intera comunità”.

Accanto alla questione relativa al sistema educativo, è stata poi menzionata quella del lavoro delle donne e dei giovani: “Troppo spesso i giovani sono percepiti come la parte a cui bisogna dare aiuto e le donne sono state percepite come una parte da proteggere – ha sottolineato la ministra -. Le donne giovani rappresentano un potenziale che abbiamo tenuto in panchina per troppo tempo. Se il Paese vuole ripartire deve rimettere in campo tutte le sue energie e una parte di queste sono rappresentate dai giovani e dalle donne. Anche la popolazione anziana merita di avere l’assistenza che merita, ma è anche fondamentale che anziani e giovani si incontrino per rianimare la comunità”.

A queste necessità risponde la visione di un lavoro che sappia accompagnare le fasi dei vita di una persona, soprattutto per quanto maternità e paternità, per portare avanti un modello educativo in cui uomo e donna siano compartecipi della crescita dei figli.

“Stiamo introducendo la certificazione per la parità di genere che vuole riconoscere anche alle piccole e medie imprese la qualità di strumenti e riorganizzazione che sia più vicino alla vita delle persone – ha precisato -. Significa strumenti di welfare rinnovati, uno smartworking supportato dalla tecnologia, servizi territoriali che creino servizi di comunità, servizi di ritorno al lavoro dopo maternità. Le imprese che promuoveranno questi elementi avranno questa certificazione e di ritorno avranno degli sgravi fiscali. Investire su giovani e donne è una priorità. Questo è per dare una leva di sviluppo per il paese: è uno sguardo nuovo, una politica attivatrice e una capacità di rianimare il paese. Tuttavia, opportunità va pari passo con responsabilità e oggi ognuno deve fare la propria parte perché altrimenti siamo destinati a fallire”.

La ministra insieme ai giovani de LoSnodo

 

In chiusura dell’evento, i rappresentanti delle associazioni del terzo settore in sala hanno voluto esprimere il proprio sostegno a quanto presentato dalla Bonetti, soprattutto per quanto riguarda il protagonismo delle famiglie, mentre il sindaco di Sormani, Giuseppe Sormani, ha sollevato il problema della burocrazia come ostacolo per i giovani.

In merito a queste questioni la ministra ha osservato che un paese che non ha in sé la possibilità di offrire alle ragazze e ai ragazzi di investire sul proprio futuro è destinato a spegnersi: “Mi sono stancata che questi problemi siano ascritte a una mancanza di carattere e a un egoismo delle nuove generazioni – ha commentato -. Questa è una generazione di ragazzi che ha una grande capacità di resistere, ma nelle nostre scelte abbiamo creato un sistema per cui per un ragazzo è complicato tornare dall’estero o pensare di avere dei figli. Per riattivare il paese bisogna riattivare la prospettiva del futuro che è fatto dall’opportunità di lavoro, di crescita di comunità. Serve una semplificazione: c’è un orpello di burocrazia che è di ostacolo e richiede una tenacia che è una perdita di tempo ed è necessario semplificare questi elementi”.

“Sono altrettanto d’accordo sul tema del riconoscimento delle famiglie e delle reti famigliari come parti integranti – ha chiosato -. Nel mondo dell’educazione, del sostegno alla fragilità e imprenditorialità il terzo settore svolge un ruolo fondamentale. Il Family Act sarà una legge con il segno + perché restituirà risorse economiche del paese: le famiglie sono il centro di costruzione del sociale”.

A chiudere l’evento è stato poi il sindaco di Ponte Lambro: “Il suo è il racconto di un sogno che abbiamo sempre nelle nostre teste, ma la novità è che questo sogno ha delle basi gettate per cominciare a raggiungerlo – ha dichiarato -. Si sente l’intento di dare una svolta significativa per il nostro futuro”.