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Erbese. Zecche nei boschi: i consigli degli esperti dell’Ats Insubria

Miryam Colombo 26 Giugno 2019

Attualità, Erba

 

ERBA – “Bosco che vai…zecca che trovi”, potremmo riscrivere così il vecchio proverbio, a fronte delle molte segnalazioni ricevute da persone che al ritorno da escursioni e gite nei boschi della zona si sono ritrovate addosso le zecche. I piccoli parassiti, infatti, trovano tra le fronde degli alberi o tra l’erba alta un rifugio ideale da cui aspettare la propria “preda”.

Nessun allarme, ma data la frequenza dei casi abbiamo chiesto agli esperti dell’Ats Insubria alcuni consigli su come difendersi da questi parassiti e come intervenire nel caso di puntura.

COSA SONO LE ZECCHE

Appartenenti al tipo degli artropodi, le zecche sono parassiti che si nutrono del sangue di numerose specie animali, tra cui anche l’uomo: rimanendo attaccate al proprio ospite, infatti esse prelevano il sangue che garantisce loro nutrimento durante il ciclo riproduttivo.

“Nel nord Italia – spiegano gli esperti – le due specie di zecche maggiormente presenti sono la zecca dei boschi (Ixodes ricinus), diffusa soprattutto, ma non esclusivamente, in luoghi ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva a clima umido tra le foglie cadute e sulla vegetazione, in particolare ai confini fra prato e bosco, e la zecca dei cani (Rhipicephalus sanguineus), presente in canili, giardini e cascine, ma anche talvolta nelle case frequentate dai cani”.

LE ZECCHE COME VETTORI DI MALATTIE

Le zecche, rimanendo attaccate al corpo del proprio ospite, possono trasmettere agenti patogeni di diversa natura i quali, a loro volta, possono determinare lo sviluppo di malattie: la malattia di Lyme, le rickettsiosi (fra cui la febbre bottonosa del Mediterraneo), le meno frequenti ehrlichiosi, meningoencefalite da zecche (Tbe) e tularemia sono in Italia le principali patologie trasmesse da questi parassiti. La saliva delle zecche molli (o zecche degli uccelli) può invece sensibilizzare l’ospite, con il conseguente sviluppo di forme allergiche.

La probabilità di essere contagiati da una zecca infetta aumenta con il suo persistere sul corpo, anche se la puntura di zecca non provoca necessariamente la trasmissione di tali agenti microbici, poiché l’artropode deve essersi a sua volta infettato da un soggetto malato.

COME DIFENDERSI

“In questo periodo e con queste condizioni climatiche è facile, soprattutto nelle aree verdi, essere punti da zecche – spiega la dott.ssa Elena Tettamanzi referente per la tematica Salute-Ambiente di Ats Insubria – Raccomando in caso di puntura di consultare sempre un medico per un’eventuale profilassi antibiotica e di indossare indumenti che permettano, con immediatezza, di rilevare la presenza di zecche”.

In via preventiva, dunque, durante escursioni e passeggiate in aree verdi gli esperti consigliano

  • di indossare preferibilmente abiti chiari e pantaloni lunghi, se possibile infilati nelle calze;
  • di non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta: le zecche infatti non saltano e non volano, ma sono generalmente “appostate” sugli steli d’erba e su rami di arbusti dove attendono il passaggio dell’ospite, sul quale si spostano camminando;
  • di applicare sostanze repellenti sugli indumenti e sulle parti esposte del corpo, prima delle escursioni;
  • di effettuare un attento esame visivo e tattile degli indumenti al termine delle escursioni, avendo presente che le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente dietro le orecchie, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi.

 

In caso di puntura (solitamente non dolorosa e non pruriginosa), invece, è consigliato

  • staccare la zecca in modo accurato con una pinzetta sottile, che possa essere inserita fra la testa della zecca e la cute: attraverso una leggera rotazione antioraria la zecca si stacca (estraendo l’apparato pungitore);
  • non utilizzare sostanze quali alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, né olio o grassi, né oggetti arroventati per il distacco della zecca in quanto la sofferenza indotta potrebbe infatti provocare nella zecca il rigurgito di materiale infetto;
  • non è necessario recarsi in Pronto Soccorso, né assumere farmaci o antibiotici. Nel caso in cui, anche a distanza di alcuni giorni, compaiano sintomi, quali febbre, eruzioni cutanee, dolori articolari, è opportuno recarsi dal proprio medico di famiglia, riferendo
    l’accaduto, per effettuare eventuali accertamenti e/o terapie.

 

COME PROTEGGERE GLI ANIMALI DOMESTICI DALLE ZECCHE

Per quanto riguarda gli animali domestici, gli esperti consigliano di trattare questi ultimi con adeguati prodotti e di controllarne il corpo al fine di individuare precocemente la eventuale presenza di zecche. Non sono invece utili interventi di disinfestazione su aree aperte.