ERBA – “Una parte di responsabilità spesso sta anche nell’indifferenza che possiamo trovare talvolta nello specchio di casa nostra“. Un messaggio forte e chiaro quello del protagonista della prima delle “Serate Letterarie” inaugurate ad Erba ieri sera, venerdì.
“Guardare la mafia negli occhi” è questo il titolo del libro del giovane Elia Minari, ospite in Piazza Mercato per l’iniziativa voluta dal sindaco Veronica Airoldi e dal presidente del consiglio comunale di Erba Matteo Redaelli, alla quale ha preso parte anche il presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi.
L’amministrazione comunale ha scelto di avere come ospite questo talentuoso autore in seguito ad un’intervista mandata in onda al telegiornale; la conferma della partecipazione da parte di Minari è arrivata subito, senza esitazioni.
Presenti alla serata anche il Procuratore Capo di Como Nicola Piacente che ha dialogato con l’autore del libro, il Commissario Capo della Squadra Mobile di Como Sergio Populino, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Como Colonnello Andrea Torzani, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Erba Luciano Gallorini e il Capitano Davide Malvestuto Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Erba.
Elia Minari, studente di giurisprudenza all’università di Bologna, intraprende le sue indagini nel mondo della criminalità quando è un liceale. Insospettito dall’organizzazione di un locale notturno, dà vita ad un giornale studentesco. Nasce cosi’ il suo interesse per la mafia al Nord. Nel 2014 il presidente del Senato Pietro Grasso gli ha conferito il “Premio Scomodo” in occasione del 20° Vertice Nazionale Antimafia. L’anno successivo l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani lo ha scelto come uno dei “10 personaggi del 2015”. Nel 2016 il presidente della Federazione Nazionale della Stampa gli ha consegnato il premio “Articolo 21”. Ha inoltre ricevuto il premio “Iustitia” dall’Università della Calabria e il premio “Resistenza” dalle mani di Salvatore Borsellino. Ha partecipato come relatore a oltre 220 convegni e incontri pubblici, invitato da università e consigli comunali. Hanno parlato delle sue inchieste tv e giornali esteri.
Elia Minari si presenta dichiaranzo: “Sono onorato di essere qui a parlare con voi di una tematica che spesso sembra non riguardarci cosi’ da vicino, ma che in realtà ci circonda da molti anni. E’importante conoscere per poter riconoscere. Questi fatti avvengono in Emilia come in Lombardia. Ho approfondito diverse vicende che hanno dei legami fortissimi con la vostra regione. Castello di Brianza, il terriotorio della tangenziale sud di Brescia, sono solo alcuni luoghi in cui vi sono state delle relazioni con questi personaggi”.
Quindi prosegue: “Nel 2009 insieme ad un gruppo di amici ho iniziato quest’attività. Non avevamo delle risposte. Non volevamo farci guidare dai pregiudizi, dai luoghi comuni, ma soltanto dai fatti. Abbiamo iniziato a fare domande agli amministratori comunali, agli imprenditori, talvolta ai medici; anche in questo territorio vi sono stati episodi che hanno coinvolto strutture sanitarie. In alcuni casi, ho ottenuto responsi talmente impressionanti da essere poi utilizzati anche dalla magistratura. Una video-inchiesta è stata proiettata nel corso del processo contro il boss Grande Aracri, che vive nella Pianura Padana. Poi vi sono state alcune reazioni certamente inaspettate. Ad esempio, quella di Gateano Lasco, considerato ai tempi un imprenditore di successo, stimato, che oggi è accusato di essere uno degli organizzatori della ‘ndrangheta nel Nord Italia. Lui, come altre persone, si sono sempre dichiarati innocenti, insospettabili, come coloro che pensavano al bene comune. Alcuni di questi soggetti si proponevano addirittura come sponsor ad eventi sportivi. Il volto del “benefattore” è un mezzo per raggiungere il cuore della collettività. Il messaggio del mio libro è quello di non fermarsi alle apparenze, di guardare oltre, di porsi sempre delle domande. Questo perchè ognuno nel suo piccolo può dare un contributo in questa lotta. Io non avrei mai pensato di arrivare dove sono ora. Non mi sono mai prefissato nulla e spesso sono stato sorpreso. Emblematico quando dopo la nostra video-inchiesta, è stata organizzata una manifestazione in piazza, e lì senza paura sono scesi i figli del boss Grande Aracri. Questo mi mostrò come lo stereotipo che gli ‘ndranghesti si muovono solo nell’ombra, di nascosto può essere distrutto. Proprio perchè viviamo in una realtà difficile da decifrare dobbiamo trarre delle risposte dalle storie che incontriamo ogni giorno dal campo dell’edilizia, alla ristorazione, a tutti quei settori considerati intoccabili. Questo libro riordina tutti i casi concreti, spiega le pressioni, le difficoltà per arrivare a delle conclusioni, a dei responsabili. ”
Il sindaco di Erba Veronica Airoldi, presente alla serata, ha poi messo in evidenza come nessuno dei cittadini deve sentirsi escluso dalla questione mafia : “Elia ha iniziato le sue inchieste quando era un ragazzo. Ciascuno di noi può prendersi una responsabilità. Non bisogna far finta di non vedere. Occorre approfondire. Questo è il messaggio di questa serata. Tutti abbiamo l’impegno di essere migliori, per noi stessi e per gli altri. Meglio di quanto sia facile. Questo libro è l’esempio che esistono delle speranze per il nostro Paese. Spero che la storia di Elia Minari potrà essere trasmessa nei nostri istituti scolastici. I nostri studenti, i nostri bambini, i nostri vicini di casa potrebbero essere altrettanto coraggiosi da denunciare ciò che è ingiusto”.
A prendere parola è stato anche il presidente del Consiglio della Regione Lombardia, Alessandro Fermi: “Sono contento di essere qui a raccontare di un tema che purtroppo è attuale. Parlare di mafia è un segnale importante; alla cultura mafiosa fa male. Ringrazio il dottore, che inviterò nei prossimi giorni a presentare questo libro anche in regione Lombardia, dove ho voluto potenziare la commissione antimafia. E’ una storia che nasce in Emilia Romagna, una terra che ha delle similitudini dal punto di vista economico-culturale molto vicino alle nostre. Infatti, l’infiltrazione mafiosa di cui si parla è quella maggioritaria nella nostra regione ossia quella calabrese. Si pensi che in provincia di Como sono oltre 60 gli immobili che sono stati ridonati negli ultimi anni dopo i sequestri dell’infiltrazione mafiosa.”
Da ricordare il sito dell’associazione Cortocircuito, coordinata da Elia Minari, all’indirizzo: www.cortocircuito.re.it
La prima serata si quindi aperta con un libro coraggioso e motivazionale. Il prossimo appuntamento delle Serate Letterarie è in calendario per venerdì 22 giugno, alle ore 21, all’Anfiteatro Parco Majnoni in onore del settantesimo anniversario della Costituzione.