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Erba. Presepe e mostre a Villa Ceriani: un bilancio più che positivo

Miryam Colombo 29 Gennaio 2019

Attualità, Erba

Il giorno dell’inaugurazione a Villa Ceriani

 

ERBA – Bilancio più che positivo per le mostre e il presepe meccanico di Villa Ceriani: anche la stagione 2018-2019 si è chiusa con un grande successo per le iniziative che si confermano come un appuntamento imperdibile del Natale non solo erbese, ma anche lombardo.

Sono giunti un po’ da tutta la Lombardia, infatti, i visitatori che da sabato 8 dicembre a domenica 27 gennaio hanno potuto apprezzare la bellezza e la qualità del presepe permanente, della mostra di presepi di carta a cura del Gruppo Culturale “La Martesana” e di quella dedicata alla Grande Guerra realizzata da Marco Rizzi.

Angelo Garofoli con alcuni volontari del gruppo “Amici del Presepe”

 

Circa 20 mila visitatori sono passati tra le cascine e i cortili della Brianza rappresentata da Angelo Garofoli e dal gruppo di volontari di Crevenna: “È andata più che benone, anzi direi che meglio di così non sarebbe potuta andare – ha dichiarato Garofoli – Il numero delle visite è stato in linea con quelli degli anni passati, ma questa volta le persone sono arrivate davvero da tutta la Lombardia e non solo”. Se la Bassa Brianza con Milano e Monza si conferma infatti al primo posto per affluenza, non sono mancate persone dalle province di Brescia, Bergamo, Varese e, addirittura, dal Lago Maggiore.

Una grande soddisfazione per il gruppo che cura e rinnova ogni anno dal 2006 quello che da molti è considerato un gioiello della città: “Siamo davvero contenti – ha concluso Garofoli – Ma da oggi si ricomincia: bisogna sistemare le parti del presepe e iniziare con i lavori per l’anno prossimo. C’è ancora tanto da fare”.

Il gruppo La Martesana insieme al sindaco e ai rappresentanti dell’Amministrazione comunale il giorno dell’inaugurazione

 

Ampiamente soddisfatti anche i volontari del gruppo culturale “La Martesana” che con la loro mostra di presepi di carta hanno incuriosito e affascinato i molti visitatori: “Abbiamo registrato una grande affluenza, anche oltre le nostre aspettative – ha spiegato Antonello Marieni – Avremmo dovuto chiudere prima la mostra, ma grazie all’impegno dei volontari siamo riusciti a coprire interamente anche i fine settimana di gennaio. Siamo davvero contenti perché per molte persone il mondo dei presepi di carta era prima sconosciuto ed è stata anche l’occasione per riscoprire il passato e le nostre tradizioni”.

Sono stati soprattutto le antiche letterine con i buoni propositi, il libro dell’Anno (il bisnonno di Babbo Natale) e il presepe del Londonio ad attirare l’attenzione: “È stato bello vedere l’incontro tra le generazioni di fronte ai vari particolari: alcuni nonni hanno mostrato ai loro nipotini le letterine come qualcosa che anche loro stessi facevano da bambini, mentre i genitori hanno fotografato le pagine della storia dell’Anno per raccontarla a casa – ha proseguito Marieni – È stata proprio la riscoperta di una parte del Natale che era stato dimenticato. In tanti ci hanno addirittura chiesto di tornare l’anno prossimo. Perché no? Potremmo portare nuove curiosità”.

Marco Rizzi il giorno dell’inaugurazione della mostra “Quel tanto atteso bollettino”

 

Successo anche per la mostra “Quel tanto atteso bollettino” con cui Marco Rizzi in questi mesi ha voluto mostrare il volto umano della Prima Guerra Mondiale attraverso la sua collezione di reperti: “Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti – ha spiegato Rizzi – Alcuni sono venuti a conoscenza della mostra grazie alla visita al presepe, mentre altri sono stati incuriositi dalle fotografie e dagli articoli usciti negli scorsi mesi: hanno visto pezzi di interesse e sono arrivati anche da lontano, fin da Brescia e Reggio Emilia, per vederli”.

Non è stata solo l’alta affluenza a soddisfare il curatore: “Ciò che mi rende davvero contento è stata la possibilità di venire in contatto con tante persone interessate alle mie ricerche: il mio obiettivo è quello di divulgare, di far conoscere e in molti hanno apprezzato questo regalandomi addirittura oggetti appartenuti ai loro cari in modo che li possa mostrare – ha proseguito Rizzi – Inoltre, ho preso contatto con molti erbesi che hanno avuto parenti in guerra e che vorrebbero raccontare la loro storia. Sarebbe bello, un domani, riuscire a allestire un’esposizione che parli della Grande Guerra a Erba e nei territori vicini”.

“Ho avuto modo in questi mesi di imparare anche cose nuove – ha concluso Marco Rizzi – Tanti modi di dire che usiamo tutti i giorni vengono proprio dalla Grande Guerra come “Essere carico come un mulo” o “Ho le palle girate” che, per quanto molti attribuiscano un significato volgare all’espressione, si rifà alla pratica di girare le palle dei proiettili inseriti nei fucili per fare in modo che arrecassero maggior danno. L’esperienza vissuta con la mostra mi ha permesso di capire quanto sia importante per le persone mantenere vivo il legame tra passato e presente”.