
CANZO – È stato affidato a un laboratorio di Canzo l’eccezionale (e non semplice) compito di restituire le sale di Villa Monastero, a Varenna, al loro antico splendore. Sarà infatti Francesco Rizzo, restauratore canzese, ad occuparsi dei lavori all’antica dimora.
Il laboratorio

Milanese di nascita, canzese di adozione, Francesco Rizzo apre nel 1989 il proprio laboratorio di restauro in via Mirabella, in cui opera oggi insieme a un collaboratore. Alle sue spalle, un lungo cammino di studi nel settore iniziato con la scuola di alta formazione a Pavia e proseguito poi con l’abilitazione alla professione a Roma.
La specializzazione di Francesco Rizzo è il restauro di beni librari, documentari e archivistici. In altre parole, il suo lavoro consiste nel conservare e preservare dall’usura del tempo manufatti come libri, mappe, legature, carte da parati, cioè prodotti in carta o pelle dall’anno 1000 ad oggi.
Un lavoro portato avanti con passione e competenza e che è di per sé una rarità dal momento che esistono in Italia soltanto poco più di un migliaio di restauratori con questa specializzazione e in Provincia di Como solo uno. Francesco Rizzo, appunto.
Anche per questo motivo in questi anni Francesco Rizzo ha avuto modo di venire in contatto con oggetti rari e preziosi, provenienti da tutto il territorio come un’antica mappa teresiana scoperta negli archivi di Valbrona, una mappa ‘700esca inedita di Como e una risalente all’epoca dell’Imperatrice Maria Teresa usata come test per l’introduzione della tavola pretoriana (entrambe conservate nella biblioteca del Museo Civico di Como).
I lavori a Villa Monastero
La collaborazione tra il laboratorio Rizzo e Villa Monastero inizia nel 2005 quando al restauratore vengono affidati i primi lavori alla Casa Museo, proprietà della Provincia di Lecco.
A spiegare gli interventi attualmente in corso è lo stesso Francesco Rizzo: “In queste settimane stiamo lavorando al restauro delle carte da parati in cartone che imitano il cuoio nella camera padronale e nell’antibagno – ha dichiarato – Si tratta di manufatti davvero particolari e rari caratterizzati da rilievi con diversi colori e decorazioni”.

Le carte da parati risalgono alla fine dell’Ottocento quando l’allora proprietario, il tedesco Walter Kess, introdusse nuovi arredi nella villa applicando alle pareti “questo particolare tipo di carta da parati, proveniente da Hannover, molto spessa, che aveva la funzione di mantenere il calore negli ambienti”, come ha precisato Anna Ranzi, conservatore di Villa Monastero.

Anche per la particolarità dei materiali e delle decorazioni, il lavoro di Francesco Rizzo sarà molto minuzioso: “A causa delle infiltrazioni d’acqua la carta è stata danneggiata e in alcuni punti si sono verificati dei distacchi – ha spiegato Rizzo – Oltre a preservare le parti ancora presenti, dovremo quindi ricostruire quelle mancanti realizzando dei calchi della superficie per poi realizzare un nuovo pezzo con polpa di cellulosa”.
L’intervento di restauro conservativo delle carte da parati ottocentesche della camera padronale e dell’antibagno della Casa Museo è stato voluto dalla Provincia di Lecco che ha stanziato per le opere 18 mila euro, di cui 7000 cofinanziati da Regione Lombardia.