Erba

Crevenna in festa per il 30° anniversario della posa della Croce Pessina

Miryam Colombo 14 Luglio 2019

Attualità, Erba

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ERBA – Sono passati 30 anni da quando i crevennesi posarono la croce in acciaio in sostituzione di quella antica in legno, posta nella notte dei tempi sulla cima del monte Panigaa dai contadini. In 30 anni, tante cose sono cambiate, ma non l’amore che gli abitanti della frazione continuano a mostrare per la Croce Pessina e che oggi, domenica, hanno voluto rinnovare con la tradizionale festa. 

Una festa che ha il sapore del ricordo, della condivisione e dell’amicizia: in tantissimi si sono infatti riuniti sul grande prato ai piedi della croce pronti per trascorrere una giornata in compagnia, tra musica, divertimento e buon cibo, ma soprattutto per ricordare tutti coloro che in diversi modi hanno legato le proprie sorti a questo luogo. 

Anche in loro memoria è stata celebrata la messa, presieduta dal parroco di Erba mons. Angelo Pirovano e da don Ettore Dubini, vicario della parrocchia di Santa Maria Maddalena. “È bello vivere un anniversario perché ricordare ci permette di vivere il presente – ha dichiarato durante l’omelia il parroco – Anche noi oggi siamo venuti da punti diversi sapendo che tutti possono ottenere il dono della salvezza: ‘la porta è stretta’ e questa croce che domina su tutta Erba è la porta stretta e, come abbiamo camminato fin qui, così dobbiamo camminare sulla via del Signore”.

“È una grazia essere qui – ha aggiunto don Ettore – Questa croce è qui da trent’anni, l’abbiamo vista illuminata e, pur essendo in particolare un luogo amato dai crevennesi, ha coinvolto tutti coloro che amano la montagna. Le persone che sono qui oggi amano la montagna, ma amano anche Gesù”.

Al termine della celebrazione, Angelo Garofoli ha recitato il testo in dialetto che narra il passato, il presente e il futuro della “Crus Pisina” in un dialogo con Dio: “Signore, quanti anni sono che sei qui? Boh…lo sa solo la roccia e tu. Noi non ci ricordiamo nemmeno più se è la terza o la quarta volta che veniamo a metterti su. Ma ci ricordiamo bene quando il giorno della Ascensione venivamo con il parroco a pregarti per ricordarti che ti avevamo messo qui per proteggere i prati, i campi arati, il frumento e il ‘magen'”.

E, anche se oggi sono rimasti pochi contadini, la Croce Pessina è ancora capace di raccogliere un’intera comunità che si ritrova unita ai suoi piedi in un momento diventato ormai parte della tradizione: “Speriamo che questa ricorrenza continui negli anni – hanno dichiarato i volontari impegnati nell’allestimento della festa – Finché noi ci saremo, la porteremo avanti, ma non ci manca la speranza che altri dopo di noi la mantengano viva”.

E davvero in tanti non hanno mancato a questo appuntamento che, come consuetudine, si è svolto all’insegna dei canti e del cibo della tradizione, in un clima di amicizia. E allora, come ha sottolineato don Ettore: “Di tante cose del passato non ricordiamo più l’origine, ma si continua ad amare ciò che quell’origine ha generato.”