ERBA – Contro la corsa del virus c’è quella degli amministratori, regionali in primis, che stanno lavorando per stringere (ulteriormente) le restrizioni già a partire da domani, venerdì 5 marzo, per evitare un’ulteriore incremento dei casi e il picco della temuta terza ondata che sembra oramai imminente.
In queste ore il Governatore della Lombardia Attilio Fontana sta mettendo a punto l’ordinanza che determinerà la zona arancione rafforzato in tutta la Lombardia: questo significa che in tutta la regione da domani le scuole di ogni ordine e grado (eccetto i nidi) chiuderanno e si tornerà in Dad, ma ai cittadini lombardi sarà anche vietato spostarsi nelle seconde case.
La Provincia di Como già da ieri, 3 marzo, in arancione rinforzato, fa i conti con un costante aumento dei casi, passati dai 1.510 nuovi positivi rilevati la scorsa settimana ai 1.787 di oggi (4 marzo), con un’incidenza di nuovi positivi ogni 100.000 abitanti aumentata da 257,32 a 304,53.
Come evidenziato nel monitoraggio settimanale condotto da Ats Insurbia (che oltre al territorio di Como copre quello di Varese), alcuni ambiti della Provincia di Como sono particolarmente interessate dal contagio: è il caso di Erba dove, dal 21 al 27 febbraio, l’incidenza dei nuovi positivi (sempre calcolata ogni 100 mila abitanti) ha sforato i 390 casi (393,46).

Una circostanza che, però, Ats non imputa a particolari ‘cluster’ (focolai) ma ad una variegata diffusione delle varianti, in primis quella inglese: “Si tratta, per quanto riguarda la Provincia di Como e anche dell’erbese, di dati diffusi, diversi da quanto accaduto ad esempio a Viggiù dove si è verificato un vero e proprio focolaio. L’aumento così sostanziale dell’incidenza di positivi nel comasco è riconducibile anche alla popolazione minore rispetto a Varese”.
L’aumento dei contagi è rilevato anche in ambito scolastico: “In Provincia di Como l’incremento riguarda in particolare le scuole primarie mentre in quella di Varese quelle secondarie” ha sottolineato il dottor commentando i dati della settimana dal 22 al 28 febbraio (vedi tabella seguente).
“E’ evidente – ha commentato il dottor Giuseppe Catanoso, Direttore Sanitario di Ats Insubria – che siamo di fronte ad un tentativo di ripartenza dell’epidemia, la terza ondata. Osservando la curva possiamo notare come il punto in cui ci troviamo ora sia esattamente uguale a quello rilevato tra fine settembre e inizio ottobre 2020, prima del picco. L’obiettivo ora è quello di evitare quel picco, il rafforzamento delle misure restrittive deciso da Regione va in questa direzione”.
Sul dibattito scuole aperte o chiuse il dottor Catanoso, direttore sanitario di Ats Insubria, ha commentato: “Personalmente non ritengo che la scuola in sé sia ambiente pericoloso, non finché si sta in classe. Il problema è quello che accade fuori da scuola, quando il distanziamento tra ragazzi viene meno e crescono le occasioni di contagio. Oramai abbiamo imparato che il contagio si alimenta con i contatti sociali e individuali non protetti: mascherine, distanziamento e igiene delle mani sono armi fondamentali che dobbiamo continuare ad utilizzare, insieme al vaccino. Solo così vinceremo questa battaglia”.