Lambrugo, Lurago d'Erba

Con la croce tra le mani don Carlo e don Marco benedicono il paese

Miryam Colombo 26 Marzo 2020

Attualità, Lambrugo, Lurago d'Erba

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Don Carlo e don Marco portano il crocefisso tra le vie di Lambrugo e Lurago

 

LAMBRUGO/LURAGO D’ERBA – Un gesto d’affetto, di vicinanza, di speranza quello compiuto da don Carlo Leo e da don Marco Cesana, parroco e vicario parrocchiale dell’Unità Pastorale di Lambrugo e Lurago, che nelle scorse settimane hanno girato per le vie dei due paesi benedicendo case e luoghi della comunità. Intanto, tra i fedeli si raccolgono donazioni per l’acquisto di ventilatori polmonari.

Un’iniziativa che nasce come reazione di fronte alla notizia del diffondersi dei contagi: come ha spiegato don Carlo, dovendo rinunciare alla benedizione delle case di Lambrugo in occasione della Pasqua, domenica 8 marzo i due sacerdoti hanno deciso di percorrere tutte le vie del paese portando un crocefisso e benedicendo dall’esterno tutte le famiglie.

Lo stesso gesto è stato compiuto la domenica successiva a Lurago, con un percorso più ristretto: dal momento che le abitazioni erano già state visitate nel periodo di Natale, don Carlo e don Marco hanno attraversato i quartieri partendo dalla chiesa e soffermandosi nei luoghi di culto e in quelli della vita quotidiana, il municipio, le scuole, l’oratorio. Per tutti un’unica invocazione di protezione e benedizione.

Ad ispirare questo gesto la figura di San Carlo Borromeo, patrono di Lambrugo, che durante l’epidemia che colpì Milano nel 1576 portò in processione la reliquia del santo Chiodo inserita in una croce di legno tra le strade della città per chiedere a Dio di fermare il contagio.

“Il nostro è stato un gesto spontaneo con il quale abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza a tutto il paese – ha precisato don Carlo – Pensando a un modo per raggiungere tutti, è comparsa nella mente l’immagine di San Carlo e da qui l’idea di avvolgere la comunità con la preghiera. Abbiamo girato per le vie recitando il rosario, i salmi penitenziari e le litanie, preghiere forse cadute in disuso ai nostri giorni perché invocano l’aiuto del Signore in situazioni di calamità finora a noi sconosciute e che invece, oggi, ci toccano da vicino”.

Ogni domenica, poi, i due sacerdoti celebrano la messa in uno dei luoghi di culto dei due paesi e la trasmettono, insieme ad altri momenti di preghiera, attraverso i canali della parrocchia.

Accanto a questi gesti, il Progetto San Giuseppe: “Nella settimana precedente alla festa di San Giuseppe, abbiamo chiesto ai nostri parrocchiani un gesto di carità a sostegno delle strutture ospedaliere acquistando macchinari per la ventilazione polmonare da donare all’ospedale Valduce di Como – ha spiegato don Carlo – I nostri fedeli si sono attivati subito con estrema generosità e, se riusciremo, vorremmo portare avanti questa iniziativa per aiutare anche altri presidi sul nostro territorio”.

“Quando tutto questo sarà finito – ha concluso il parroco – mi piacerebbe che la comunità intera si riunisse in festa: per questo ho pensato che le due feste, quella dedicata alla Madonna della Careggia a luglio e quella del Santo Crocefisso a settembre, possano diventare occasioni di ringraziamento e di gioia per la fine di questa epidemia”.