Como

Como Acqua, Cgil: “La battaglia politica sulla pelle dei lavoratori”

Caterina Franci 16 Novembre 2017

Attualità, Como

Giacomo Licata

COMO – Anche la Cgil Como interviene sull’esito dell’assemblea dei soci sul processo di fusione di Como Acqua, tramite il segretario Giacomo Licata.

“Dopo la decisione dell’assemblea dei soci di ieri e l’interruzione del processo di fusione di Como Acqua, il futuro è più incerto per i lavoratori delle 12 società pubbliche che oggi si occupano del settore. Siamo preoccupati per l’instabilità generata – commenta Licata – a oggi, per 153 lavoratori, manca la certezza di un percorso garantito. Inoltre, ieri è andato in scena uno spettacolo politico indecoroso, con un’ingerenza da parte della Regione assolutamente non giustificata e alcuni esponenti politici locali “telecomandati” da altri interessi”.

“I mancati investimenti, derivati dallo stop a Como Acqua – ha proseguito Licata – hanno una ricaduta e ritardano maggiormente gli investimenti, e questi sono danni che peseranno sulle tasche dei cittadini comaschi”.

Lo scenario più probabile ora è quello della gara a livello europeo da indire entro settembre 2018: “Se vogliamo ancora salvare la gestione pubblica dell’acqua, evitare che le pesanti sanzioni comunitarie si scarichino sul territorio, e se il problema fosse davvero solo tecnico, come si è discusso ieri – conclude Giuseppe Augurusa, responsabile ufficio legale e delegato alle partecipate della Cgil di Como – è ancora possibile incaricare una società terza per una nuova verifica dei dati di bilancio dell’intero sistema idrico (attraverso una rigorosa due diligence), come sollecitato da taluni, si individuino i cespiti non valutati e si faccia pulizia, si predisponga un piano industriale, anche minimo. Così, si potrebbe tornare a votare la fusione in primavera ed alla richiesta da parte dell’ATO alla AEEGSI di una proroga sul periodo transitorio. Non è obbligatori procedere allo smantellamento e alla liquidazione della società Como Acqua”.