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Chef Rubio e Tomei: “la cucina è allegria, lavorate col sorriso”

Lorenzo Colombo 18 Febbraio 2015

Attualità, Economia/Lavoro, Erba

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ristorexpo, chef rubio e tolomei (3)ERBA – Un pubblico, per lo più di giovanissimi, di oltre 1500 persone a Lariofiere per una “chiacchierata” con chef Rubio.

Gabriele Rubin, reso famoso dal programma televisivo “Unti e bisunti”, della casa di produzione Pesci Combattenti, è intervenuto a Ristorexpo affiancato da un altro “famoso” della cucina:  Cristian Tomei.

Una coppia di una affinità non comune “grazie al rispetto e alla stima che abbiamo l’uno dell’altro”, spiegano i due “colleghi” di DMax. 

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Proprio ai ragazzi si sono rivolti nel loro intervento: “La cucina è allegria, passione: non si può cucinare incazzati. Questo è un lavoro che se lo vuoi fare perchè “fa figo” ed è un po’ la moda del momento è meglio che lasciate perdere. E’ un lavoro che ti prova, un po’ come la vita, non credete che fare il cuoco significa andare in tv e diventare famosi”.

I due difatti hanno spiegato che il mestiere è fatto di sacrifici, sconfitte, ore e ore di lavoro ma anche tanta soddisfazione.

“Innanzitutto dovete conoscere voi stessi, il territorio dove vivete, i piatti che lo rappresentano. Poi non esistono ricette, ci sono tantissime sfumature per ogni piatto”.
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Rubio e Tomei hanno poi parlato dell’importanza del confronto e della curiosità.
“Dovete scambiarsi idee con gli altri, specialmente con la gente a cui fate da mangiare. Dovete fare questo lavoro con il sorriso se no questo lavoro vi ucciderà – e ancora – Il cibo va toccato, annusato: i cuochi devono avere prima di tutto palato, non potete dire questo non mi piace, bisogna assaggiare tutto. Ponetevi delle domande e siate sempre curiosi”.
L’ora è praticamente volata, tra risate, battute e tanti consigli davvero utili a chi vuole approcciarsi a questo lavoro.
Rubio non ha disdegnato neanche un’accenno al salario e, senza troppi peli sulla lingua, ha detto ai giovani che il loro lavoro deve essere pagato come giusto che sia. “Se vi vogliono dare 5 euro all’ora rifiutate, il minimo sindacale è 7 euro. E’ giusto che il vostro lavoro sia riconosciuto, ne va anche della qualità di ciò che fate”.
Al termine un grosso applauso ha salutato i due chef, che si sono concessi volentieri a foto e autografi con gli ammiratori.
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