Erba

Ca’ Prina, 9 ospiti positivi. Reparto Covid nel centro diurno

Miryam Colombo 20 Novembre 2020

Attualità, Erba

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ERBA – Ammonta a 9 ospiti positivi il bilancio, aggiornato a ieri, giovedì, dei contagi da Coronavirus nella Rsa Ca’ Prina di Erba. Per contenere il più possibile il dilagare dell’epidemia e per offrire un’assistenza specifica ai pazienti, la struttura ha allestito un reparto Covid nell’ala normalmente riservata al centro diurno.

A spiegare la situazione interna al centro è stato il dottor Alberto Rigamonti, presidente della Fondazione Giuseppina Prina: “Lo scorso giovedì (12 novembre, ndr) attraverso i tamponi che periodicamente vengono effettuati sugli ospiti abbiamo riscontrato la presenza di 4 casi di positività – ha precisato -. Il numero, purtroppo, è salito e ad oggi (‘ieri’ per chi legge, ndr) sono 9 le persone contagiate. Di queste soltanto una presenta qualche sintomatologia che inficia la situazione clinica generale, che per altro risultava già compromessa, senza tuttavia rendere necessario il trasferimento in ospedale. Gli altri 8 pazienti, invece, sono pauci sintomatici, ma per loro è stato comunque attivato il protocollo Covid”.

“È nostra intenzione assistere qui i pazienti finché non sia necessario ricorrere al ricovero in ospedale – ha continuato Rigamonti -. Il nostro medico di riferimento lavora anche in strutture ospedaliere: qualora il quadro clinico dovesse peggiorare e non fosse più gestibile a livello di Rsa, si procederà al trasferimento”.

Per evitare, dunque, che il virus possa ulteriormente dilagare tra gli ospiti e perché i pazienti positivi possano ricevere assistenza specifica, la Direzione ha allestito all’interno dell’ala riservata al centro diurno, attualmente chiuso, un reparto per la degenza dei casi di Coronavirus. All’interno dell’edificio sono state allestite due stanze per un totale di 10 posti, separati tra loro da divisori e posti a distanza di circa 3 m uno dall’altro. All’interno della nuova area, realizzata in circa una settimana di lavoro, opera poi un’equipe dedicata che accede esclusivamente al nuovo reparto e non alla struttura principale.

“Prima di prendere questa decisione ci siamo consultati sia con le rappresentanze sindacali dei dipendenti sia con la psicologa per accertarci che questa soluzione non potesse avere ripercussioni sugli ospiti – ha sottolineato il dottor Rigamonti -. Avendo ricevuto parere favorevole da entrambi, abbiamo quindi avviato le procedure e in poco meno di una settimana di lavoro siamo riusciti a realizzare questo reparto che fornisce agli ospiti gli stessi servizi a cui sono normalmente abituati. Mi sento quindi di ringraziare tutti coloro che hanno permesso di raggiungere questo traguardo in così breve tempo“.

Intanto, continua l’opera di monitoraggio e tracciamento del personale impiegato: come illustrato dal dottor Rigamonti, ogni 15 giorni i circa 200 operatori vengono sottoposti a tampone e ogni giorno ogni dipendente compila un modulo attraverso il quale, nel caso in cui si rendesse necessario, è possibile ricostruire il tracciamento dei contatti avuti dalla persona sia all’interno che all’esterno della struttura.

Per il momento, dunque, la situazione sembrerebbe essere sotto controllo e, proprio per evitare qualsiasi peggioramento, la Direzione ha deciso di ‘bloccare’ gli ingressi dei nuovi ospiti, ripresi a settembre e continuati fino a circa 14 giorni fa, per i quali era stato messo a punto un rigido protocollo: “Il Consiglio di Amministrazione ha dovuto prendere la decisione di sospendere i nuovi accessi per almeno 14-21 giorni perché non è possibile far entrare nuove persone se la struttura non è libera da contagi – ha spiegato Rigamonti -. L’accesso resta ‘chiuso’ anche agli ospiti che arrivano da un ospedale, anche se con tampone negativo, o da un’altra struttura. La situazione è ancora troppo incerta”.