ERBA – Nel mese di febbraio in stazione ad Erba, presso la sede dell’associazione giovanile Lo Snodo, sarà possibile studiare e lavorare. Anche a febbraio, l’aula studio sarà aperta dal lunedì alla domenica: il primo giorno della settimana l’apertura sarà addirittura continuata: dalle 9 alle 23.
“L’aula studio – dice Simone Pelucchi, presidente de Lo Snodo – è ormai il nostro biglietto da visita che dà ai ragazzi di tutto il territorio di conoscere la nostra sede e gli spazi riqualificati della stazione di Erba: nati proprio per i giovani e per promuovere le politiche giovanili.”
L’aula studio a gennaio sarà aperta tutti i giorni della settimana. Il lunedì dalle 9.30 alle 23 e dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.30. È inoltre aperta dalle 21 alle 23 il martedì.
Gli spazi della stazione si riempiono sempre di nuove iniziative. Per permettere lo svolgimento di attività non compatibili con lo studio, non sarà possibile usufruire dell’aula studio sabato 3 febbraio dalle 9.30 alle 18.30; domenica 4 febbraio dalle 9.30 alle 18.30; mercoledì 7 e 21 febbraio dalle 12.30 alle 18.30.
Il progetto dell’aula studio è inoltre sostenuto da tutte le 6 scuole superiori della città di Erba: Liceo Carlo Porta, Liceo Galileo Galilei, Istituto Romagnosi, liceo Manzoni, Villa Padre Monti ed Enfapi Erba.
Gli spazi gestiti da Lo Snodo sono luminosi e adatti sia per studiare, sia per lavorare. Vi è inoltre una sala dedicata ai lavori di gruppo e una sala per il pranzo.
L’ingresso è totalmente gratuito e per accedere non è necessaria la prenotazione.
“L’apertura – dice Pelucchi – è garantita esclusivamente grazie all’impegno di volontari della nostra associazione e delle realtà con cui siamo in rete, che ormai da tempo ci aiutano ad aprire gli spazi al territorio: Casa di Dario, Associazione Arcobaleno, Comitato Genitori Puecher, Comitato Genitori Carlo Porta, Caritas Erba, Nisshash, Associazione Tricheco, Circolo Scacchi Arrocco Lungo, Mecenate Povero, La Gilda dei Giocatori, NoiGenitori e Il Melograno. L’aula studio è anche rinnovata in alcuni aspetti grazie al contributo di Fondazione Comasca, che ringraziamo”.
