
ERBA – Una questione “poco chiara”: così i residenti di Campolongo e Arcellasco hanno definito la posa di un’antenna Wind proprio a fianco – per non dire in corrispondenza – dell’ingresso del cimitero.
I lavori di posizionamento della struttura (34 metri e 300 Watt di potenza) sono cominciati lo scorso 4 ottobre, ignorando di fatto le richieste e le perplessità dei residenti, che nei mesi scorsi attraverso una petizione, avevano raccolto 270 firme per chiedere all’Amministrazione comunale di “cambiare posto” all’antenna.
Di fronte agli scavi e al “deturpamento della bella e immacolata area verde di Arcellasco”, come ci hanno riferito, la rabbia e lo sconcerto dei cittadini non hanno saputo tacere.

“Tutta questa storia è stata poco chiara sin dall’inizio – hanno dichiarato dal Comitato anti antenna nato nei mesi scorsi ad Arcellasco ( e che unisce le tre comunità interessate dall’intervento, Campolongo, Arcellasco e Incasate) – per dare un’idea basti dire che abbiamo saputo dell’intenzione di mettere un’antenna qui ad Arcellasco attraverso i giornali, nessuno dell’Amministrazione è venuto a dirci con chiarezza le cose. Se poi andiamo indietro, per cercare una cronistoria di questa antenna, non ce n’è traccia, il Comune non l’ha resa nota”.
Una storia che sembrerebbe cominciare da via Verdi, prima destinazione pensata per l’antenna Wind: “Avrebbe dovuto stare vicino alle scuole, luogo sensibile, quindi si è deciso di cambiare posto e hanno pensato bene di metterla in un’area verde ancora intatta, un corridoio ecologico da preservare e per di più a fianco del cimitero. Un’indecenza” ha proseguito un residente, che ha poi fatto due calcoli: “Stando a quanto appreso questa antenna frutterà al Comune di Erba 45 mila euro in 9 anni. Ciò vale a dire che la nostra salute è stata svenduta per 5 mila euro l’anno”.

La rabbia dei residenti si era manifestata attraverso alcuni striscioni, posizionati di fianco al cimitero di Arcellasco, rimossi dall’amministrazione comunale che ha quindi convocato in municipio un incontro con i residenti di Incasate, Campolongo e Arcellasco, volto a spiegare “l’inesistenza di rischi”.
Incontro avvenuto a metà settembre presso il municipio: presenti il sindaco Marcella Tili, e alcuni tecnici, non della Wind però: “A partire dal fatto che avevamo richiesto l’incontro ad Arcellasco, ovvero nel luogo interessato dall’intervento, il sindaco ha preferito farlo in Comune. Ci siamo presentati, erano lei, il suo vice Claudio Ghislanzoni e qualche assessore, e il perito che ha steso il piano elettromagnetico. Nessun tecnico Wind, per il sindaco non era necessario, nemmeno un oncologo o un medico, non necessari neanche loro. In pratica durante l’incontro hanno detto le loro cose, sminuito tutti i rischi e deciso che si doveva fare così. In sostanza siamo stati inascoltati e presi in giro, e loro hanno fatto quello che volevano” hanno chiosato i residenti.
Ora con i lavori cominciati – con un ‘via’ che è stato dato, sempre secondo l’autore della petizione, senza che la variante del Pgt discussa fosse approvata – la determinazione dei residenti è quella di avere il prima possibile una documentazione relativa alla cronistoria dell’antenna. Non si esclude il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale: “Hanno dato l’ok a fare dei lavori dove non potevano, una decisione calata dall’alto, senza discutere con i diretti interessati, ovvero i residenti, senza un confronto. Ora vogliamo l’intera cronistoria e non escludiamo di fare ricordo al Tar” hanno concluso.