Erba, Merone

Ambientalisti: via tutti gli scarichi, poi il Lambro sarà balneabile

Lorenzo Colombo 23 Agosto 2013

Attualità, Erba, Merone

Tag: , , ,

pesci 1 (1)MERONE – Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”sostiene la proposta per la balneabilità del fiume Lambro.

L’associazione ambientalista, che  da sempre si batte per la tutela del fiume e per il miglioramento della qualità delle sue acque, denunciandone gli scempi e organizzando numerose iniziative volte a creare attenzione sul destino del fiume e di sollecitare interventi per il disinquinamento del corso d’acqua.

Da allora di tempo ne è passato molto, ma l’obiettivo della balneabilità non è ancora stato raggiunto.

Secondo il Circolo, per disinquinare il fiume, occorre anzitutto eliminare gli scarichi, sia civili che industriali, che tuttora riversano acque inquinate sia direttamente nel Lambro che nei suoi affluenti: torrenti (in primis la Bevera di Molteno), rogge e fossati.

Occorre poi completare la separazione delle acque chiare da quelle scure, attraverso lo sdoppiamento delle fognature che oggi sono ancora “miste” in alcuni paesi della Valassina.

Il tutto con un triplice scopo: da una parte mandare alla depurazione solo le acque scure (fognature civili e scarichi industriali), dall’altra inviare le acque pulite nelle rogge naturali, infine disattivare gli scolmatori di piena che tutt’oggi, in caso di forti piogge, riversano le acque di piena nei corsi d’acqua superficiali (Lambro e affluenti).

pesci 3 (1)Questo il commento di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente: “E’ lodevole proporre il traguardo della balneabilità del Lambro, anche in un’ottica di rilancio eco-turistico, ma per ottenere questo obiettivo le istituzioni devono intervenire in maniera decisa, disattivando gli scarichi inquinanti, sia civili che industriali, e separando acque chiare e acque scure”.

Sempre in merito alla tutela del Lambro, gli ambientalisti di Merone ritengono che occorra ridare “respiro” alle sponde del fiume, evitando ogni e qualsiasi nuova edificazione o artificializzazione delle aree di pertinenza del fiume stesso, che la legge indica in almeno 150 metri da ogni sponda.

Vanno esclusi interventi di arginatura in cemento, di costruzioni di vasche di laminazione artificiali o di chiuse regolatrici. Il fiume, in sostanza, oltre che del disinquinamento delle acque ha bisogno del ripristino della naturalità delle sponde e delle aree di pertinenza: “solo col disinquinamento e con la rinaturazione delle sponde, si riuscirà ad ottenere il duplice obiettivo della balneabilità delle acque e del rilancio in chiave eco-turistica del bacino del Lambro”.