ERBA – Sarà uno chef altoatesino, prima Stella Michelin della sua regione, a ritirare il 1° Premio Ristorexpo alla Carriera, riconoscimento onorifico istituito proprio nell’anno dell’Esposizione Universale quale espressione simbolica del profondo legame che unisce gli organizzatori del Salone della ristorazione lariana a uno dei suoi “padri fondatori”, il Maestro Herbert Hintner. Ristorexpo, giunta quest’anno alla maggiore età, si guarda per la prima volta indietro e esprime la sua gratitudine verso coloro che l’hanno sostenuta credendo, edizione dopo edizione, nelle potenzialità di una manifestazione che, nata come scommessa, si è dimostrata nel tempo perfettamente in grado di assolvere alla sua funzione di avanguardia enogastronomica a livello nazionale.
La scelta di Herbert Hintner quale primo vincitore della prestigiosa onorificenza si deve al merito indiscusso di aver giocato un ruolo fondamentale nella storia di Ristorexpo, elargendo consigli preziosi e, in qualità di Presidente dell’Associazione Jeunes Réstaurateurs d’Europe, portando sul palcoscenico di Lariofiere i migliori chef del panorama italiano e internazionale: da Moreno Cedroni a Davide Scabin, da Davide Oldani a Cristiano Tomei, per non parlare di Massimo Bottura e Gualtiero Marchesi.
«Quando è nata, nel lontano 1998, Ristorexpo rappresentava una novità assoluta nel panorama fieristico nazionale – dichiara Herbert Hintner -. Ricordo con piacere le cene di gala che organizzavamo in quegli anni e che hanno permesso al pubblico di conoscere la moderna cucina italiana. Da Lariofiere sono passati molti chef affermati, che hanno inaugurato la stagione degli show cooking, ormai molto diffusi in tutta la penisola: allora era diverso, pochi avevano una vera conoscenza delle materie prime, anche fra gli stessi ristoratori».
Herbert Hintner, originario della Valle Casies, inizia il suo apprendistato nel settore della ristorazione all’Albergo Centrale in Val Badia, ma il suo primo contatto con la cucina creativa avviene in Austria, all’Hotel Klosterbrau di Seefeld. Dal 1995 è titolare del ristorante “Zur Rose” di San Michele Appiano, un piccolo gioiello di montagna che già nel XII secolo era adibito a osteria: da vent’anni Hintner ci lavora senza sosta, affiancato dalla moglie Margot, a cui è affidata la carta dei vini. Innamorato fin da bambino dei profumi e dei sapori della sua terra, dichiara: «Da giovanissimo mi sono ammalato di uno strano virus che mi impone una costante ricerca dell’appagamento del gusto. La passione per la cucina e per i prodotti del territorio mi sono stati trasmessi da mia madre, che vedevo preparare pazientemente i canederli».
Lo chef altoatesino, che vive un legame indissolubile con la sua terra d’origine e con i piatti della tradizione, crede nel valore della “semplicità” e si dichiara molto critico, invece, verso quel processo di “globalizzazione del gusto” che, a suo avviso, rischia di penalizzare la genuinità dei prodotti, e di «portare nei nostri piatti tutti i cibi del mondo, ma snaturati del loro gusto originario». Al centro della filosofia gastronomica di Hitner, dunque, la cucina regionale, che ama tuttavia rivisitare in chiave moderna: «Non dobbiamo mangiare come vent’anni fa – continua lo chef altoatesino –: è giusto variare la nostra alimentazione, prediligendo però le materie prime del territorio».
Nel DNA di Herbert Hintner c’è da sempre una particolare attenzione alla formazione dei giovani, come testimonia la sua esperienza pluriennale di docente ad ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina del Rettore Gualtiero Marchesi. Infine, la novità: «Da qualche mese sto lavorando, insieme a un gruppo di professionisti di tutti i settori, al progetto di una “Scuola del gusto”, con l’obiettivo di scegliere, dopo un attento bilancio economico, il prodotto più sano, più etico e più giusto».
La sua vocazione a farsi maestro e punto di riferimento per le nuove generazioni è la chiave di lettura di questa sua attenzione, consolidata negli anni, alle proposte di Ristorexpo, Salone enogastronomico in cui la formazione umana e professionale dei ragazzi occupa una posizione di assoluta priorità. «Lo chef deve dare il buon esempio – conclude Hintner – e soprattutto deve scovare e svegliare i talenti nascosti dei suoi allievi».