Ponte Lambro

55° anniversario della croce sul Puscio: in molti alla tradizionale messa

Miryam Colombo 2 Maggio 2019

Attualità, Ponte Lambro

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Il sindaco Ettore Pelucchi (al centro) insieme agli Alpini della sezione Ana di Ponte Lambro sulla cima del Monte Puscio

 

PONTE LAMBRO – Se chiedeste a un pontelambrese cosa rappresenti per lui il Monte Puscio probabilmente otterreste una risposta come questa: “Ah..Ül me Pösc. Ül nostar Pösc” (“Il mio Puscio. Il nostro Puscio”, ndr), perché per gli abitanti di Ponte Lambro il Monte Puscio e la sua croce sono da tempo immemore dei luoghi del cuore. E ieri, mercoledì 1° maggio, come 55 anni prima, in molti si sono riuniti sulla cima di questa montagna per festeggiare l’anniversario della posa della croce in ferro.

Una tradizione che non smette di unire e di emozionare: dalla Capanna Mara il corteo si è spostato fino alla vetta del Puscio dove don Stefano, parroco di Ponte Lambro, ha celebrato la messa. Presenti alla cerimonia anche il sindaco Ettore Pelucchi, i volontari del Gruppo Alpini di Ponte Lambro che negli scorsi giorni hanno sistemato l’area e tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono legati a questo lungo.

E, anche se ormai sono passati 55 anni dal giorno in cui la croce, realizzata con il ferro dalle vecchie rotaie della tranvia Stecav 5 che collegava Como a Lecco passando per Erba-Incino, venne posizionata sulla vetta del Monte Puscio, il tempo non ha scolorito i ricordi di chi era presente quel lontano 1° maggio 1964: “Ero solo un bambino quando insieme a due miei amici, Giuseppe Rigamonti e Natale Fumagalli, siamo saliti fino alla croce la notte prima della sua inaugurazione per poterla illuminare con le torce – racconta Antonio Mauri, uno dei volti “storici” legati al Puscio – I nostri compaesani l’avevano piantata salda nel terreno il giorno prima a suon di zappe e picconi e si erano dati appuntamento il 1° maggio per festeggiare questo evento”.

Un momento della messa, celebrata ieri in occasione del 55^ anniversario della posa della croce

 

Il crocifisso in ferro venne installato in sostituzione della più antica croce in legno che i contadini di Ponte Lambro avevano posto sul Puscio “nella notte dei tempi” e che, nella seconda metà degli anni ’50, durante il periodo di fioritura dei narcisi, si incendiò dopo essere stata colpita da un fulmine: “Dopo alcuni anni, gli abitanti di Ponte Lambro e di Lezza, guidati dalla famiglia Galli, decisero di sostituire la vecchia croce in legno che da sempre proteggeva il paese e il lavoro dei suoi contadini – ha continuato Antonio Mauri – I ‘vecchi’ contadini infatti tra giungo e luglio andavano sul Monte Puscio a tagliare il fieno sul versante di Ponte Lambro. Penso che l’amore dei pontelambresi per questo luogo nasca proprio da qui: la croce li proteggeva e la montagna era fonte di sostentamento”.

La croce sulla vetta del Monte Puscio

 

Un luogo del cuore, dunque, a cui i pontelambresi ancora guardano con amore e emozione: “Quanti bei ricordi si legano al nostro Puscio – racconta Clementina che da bambina si rotolava nei prati ai piedi del crocefisso – Quando eravamo piccoli ogni occasione era buona per salire fino alla croce di legno che i nostri contadini avevano piantato perché li proteggesse durante la fienagione. Infatti, durante i temporali estivi il pericolo di essere colpiti dai fulmini era alto per chi lavorava su quel pendio dal momento che dal Doss Cornuu, dove c’era l’alpeggio, fino alla vetta non c’era alcuna protezione sulla riva brulla. E mentre i nostri genitori e amici raccoglievano il fieno, noi bambini giocavamo interrompendoci talvolta per prendere per loro l’acqua al Fontanen Feree o per raccogliere i narcisi. Quanti narcisi fiorivano allora sui prati del Puscio…a maggio sembrava che la cima fosse innevata e, proprio come si fa quando c’è la neve, noi piccoli ci rotolavamo tra i fiori”.

E ancor oggi, anche se ormai pochi, i narcisi fioriscono ai piedi della croce proprio in occasione della sua festa.