
ASSO/ALZATE – “E’ stato davvero d’impatto. Porteremo a casa queste immagini che ‘stonano’ con il clima di vacanza, impossibile dimenticarsene”. Giulia Crippa ed Elia Maesani sono due giovani erbesi (rispettivamente di Asso e Alzate) in vacanza a Lampedusa che lo scorso martedì hanno assistito, loro malgrado, ad uno sbarco autonomo di migranti a Cala Pisana. Una zona turistica, rinomata per la sua quiete e le sue acque limpide, dove di solito non avvengono sbarchi. Durante il viaggio però qualcosa è andato storto e la barca, per un guasto al motore, ha dovuto attraccare a Cala Pisana sbarcando i migranti a bordo, una ventina di persone in totale.

“Stavamo trascorrendo il pomeriggio in tutta tranquillità tra immersioni e sole, quando ad un certo punto abbiamo sentito un tonfo – racconta Giulia – era una barca, non di turisti ma di persone che hanno rischiato la vita per il sogno di una vita migliore. Ci sono uomini, donne ed anche bambini. I piccoli sono aggrappati alle spalle delle mamme ed hanno gli occhi sgranati, tutti indossano felpe pesanti e hanno teli sopra il capo”.
Subito parte una mobilitazione tra i tanti turisti presenti che non mostrano timore ma anzi, vogliono dare una mano: “C’è chi passa un telo, chi una fetta d’anguria o un pezzo di pane – raccontano i due giovani – è qualcosa di surreale. Vediamo queste persone scendere dalla barca, guardarsi intorno ed abbracciarsi, come può fare solo chi sa di avercela fatta, di essersi lasciato il peggio alle spalle”.
In breve tempo in posto arrivano anche i medici volontari, la Croce Rossa, le forze dell’ordine. “Come abbiamo potuto apprendere la barca era partita dalla Libia e dopo tre giorni di viaggio per un problema al motore è approdata in questa cala che di solito non è utilizzata per gli sbarchi, proprio perché zona turistica”.
Tante le emozioni dei due erbesi dopo questa giornata: “Abbiamo assistito ad un pezzetto di storia e ci porteremo a casa il ricordo di una vacanza differente, la fotografia di un’altra realtà, in cui una bambina di nemmeno due anni stringe forte il suo spazzolino rosa a forma di orso: un bene non necessario, ma ricordo della sua vecchia casa” concludono Giulia ed Elia.