Alzate Brianza

25 novembre, il sindaco di Alzate: “Rinnoviamo l’impegno a combattere la violenza di genere”

Caterina Franci 25 Novembre 2020

Alzate Brianza

Il sindaco di Alzate Mario Anastasia

 

ALZATE – Riceviamo e pubblichiamo:

“Oggi, 25 novembre, è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: non una celebrazione né una ricorrenza, tanto più in questo tempo di pandemia in cui sono da rifuggire, più che mai, le formule retoriche e in cui, semmai, abbiamo bisogno di parole di senso per rappresentare la realtà e comunicare la necessità di un impegno comune per la difesa dei diritti e per la promozione della parità, combattendo ogni rischio di arretramento culturale.Il 25 novembre rappresenta la data per rinnovare il patto di alleanza contro ogni forma di violenza e di discriminazione di genere, ora e ancora, perché la violenza contro le donne non è un problema del singolo, magari presentato dai social media come un malato da curare o preda di un raptus, ma è un fenomeno strutturale che ha radici culturali profonde e pervasive e che, in quanto tale, necessita di interventi strutturali, continui e integrati tra vari soggetti.

Oggi ancora di più, nel contesto di emergenza sanitaria ed economica, la violenza diventa l’esito estremo di diseguaglianze e di discriminazioni di genere che il COVID19 contribuisce ad esasperare.

La violenza contro le donne è ancora, purtroppo, una realtà quotidiana, tanto da meritare una giornata internazionale dedicata alla lotta per eliminare questa piaga. L’Organizzazione Mondiale della Sanità rivela che nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha accentuato il problema: i dati Istat mostrano una forte crescita del numero di telefonate al 1522 nel primo periodo di lockdown in Italia. In Lombardia, rispetto al 2019, le donne vittime che si sono rivolte al numero antiviolenza 1522 sono aumentate del 25% nel periodo 1 marzo-16 aprile 2020. Sempre nella nostra Regione, le donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza come nuovi contatti sono state 6545 nell’arco del 2019.

Tuttavia, sono ancora numerose le donne che scelgono di non denunciare: questo è probabilmente legato al fatto che il 93,4% dei casi di violenza, sempre secondo i dati Istat, avviene fra le mura domestiche. Nel Rapporto “L’allerta internazionale e le evidenze nazionali attraverso i dati del 1522 e delle Forze di Polizia – La violenza di genere al tempo del coronavirus: Marzo – Maggio 2020”, si legge che negli ultimi dieci anni i femminicidi hanno costituito un terzo degli omicidi, raggiungendo il 57.1% nel pieno del lockdown di marzo 2020.

La violenza sulle donne ha diverse forme e modalità: quella fisica è più facile da riconoscere e sovente ci si concentra solo su di essa, ma esistono anche la violenza psicologica e quella economica. La violenza, in tutte le sue forme, si radica e progredisce nella disuguaglianza e nella discriminazione.

È importante ricordare questi numeri mentre stiamo vivendo la seconda ondata della pandemia che ancora una volta impone un lavoro da casa,  in convivenze forzate dalla necessità o genera nuova disoccupazione femminile poiché sconvolge interi settori prevalentemente occupati da donne: ricezione, commercio, turismo, attività di assistenza e di cura della persona.

Molte donne perdono il lavoro e la mancanza di sicurezza economica e di una rete di relazioni, le espone ancora di più al rischio della violenza. In altri casi il lavoro che continua vede compromesse le tutele mentre rischiano di crescere le discriminazioni.
Questo a dimostrazione di come le donne siano colpite su più fronti dalla pandemia e di come l’emergenza sanitaria rischi di acuire le disuguaglianze di genere. Una dispersione di valore che rischia di impoverire il nostro Paese e che trova conferma anche nel minore protagonismo, purtroppo, delle donne nella rappresentanza e nella partecipazione politica, istituzionale ed anche economica.
Occorre difendere i diritti delle donne, favorire la loro partecipazione e promuovere la cultura della parità, condizioni necessarie per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile del nostro paese.
Ogni forma di violenza maschile contro le donne, di cui il femminicidio rappresenta la manifestazione estrema, è qualcosa che colpisce un’intera Comunità, che tocca dal profondo le Istituzioni e il cuore di ognuno di noi. Si tratta di un problema, innanzitutto, culturale e sociale, che deve essere affrontato in un’ottica di prevenzione, di contrasto, di tutela e sostegno delle vittime.
Di seguito vengono fornite alcune importanti informazioni sulle modalità di contatto di Centri che possono aiutare in caso di violenza.
Il servizio sociale comunale è a disposizione per fornire tutte le informazioni e/o prendere in carico situazioni che presentano criticità (031/6349.312).

Il sindaco
Mario Anastasia