Bosisio Parini

Hacking Healt, premiati tre progetti dei ricercatori dell’Ist. Medea

Caterina Franci 2 Dicembre 2016

Bosisio Parini

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Da sinistra: Paola Colombo, Gianluigi Reni, Federica Brivio, Giorgia Beacco, Martina Panzeri e Livio Provenzi

 

BOSISIO PARINI – I progetti promossi dai ricercatori dell’IRCCS Medea vincono 3 premi su 4 ad Hacking Health, movimento internazionale impegnato nell‘innovazione del mondo della salute e della cura. 

La maratona Hackathon si è svolta a metà novembre a Milano: un lungo week-end in cui medici, sviluppatori, pazienti e designer si sono riuniti per ri-disegnare il percorso di cura del paziente, mettere alla prova idee e testare progetti.

Si tratta dell’ultima tappa di Hacking Health, un percorso internazionale dedicato all’e-health e all’innovazione in sanità basato sullo sviluppo di progetti concreti, centrati sui bisogni degli utenti. Ospedali, università e centri di ricerca si sono cimentati in una sfida complessa che ha riguardato tre grandi famiglie di questioni: re-thinking care, re-thinking patients e re-thinking systems.

I progetti migliori, votati da una giuria di esperti, hanno vinto un percorso di consulenza e accompagnamento verso la creazione di una startup. Tra questi vincono 3 premi su 4 le proposte ideate da giovani ricercatori e operatori dell’Irccs Medea – La Nostra Famiglia.

Vince il primo premio Hacking Healt e il premio speciale del Politecnico Polihub il progetto Watch-Me, Wearable Attention Training for the Child-Mother Environment, coordinato da Livio Provenzi, psicologo, psicoterapeuta e ricercatore del Centro 0-3 per il bambino a rischio evolutivo del Medea: si tratta di una app pensata per favorire l’attenzione condivisa nei bambini con un ritardo dello sviluppo emotivo, comportamentale e sociale. Questi bambini spesso non riescono a sviluppare un’adeguata capacità di attenzione reciproca e condivisa, che è la base di scambi sociali e dell’ulteriore sviluppo psicologico. Attraverso il dispositivo Watch Me indossabile da mamma e bambino, verrà favorito un processo cognitivo fondamentale per una crescita sana: la triangolazione dell’attenzione condivisa, cioè il bambino impara a guardare ciò che guarda la mamma e impara così a conoscere il mondo.

Vince il premio Re-thinking Care il progetto I-Health-You, ideato da Federica Brivio, Giorgia Beacco e Martina Panzeri, infermiere dell’Area Neuorfisiatrica e dell’Unità di Psicopatologia del Medea: in questo caso si tratta di una app studiata per aiutare i genitori nella gestione quotidiana e domiciliare di bambini affetti da cerebrolesione acquisita. Attraverso lo sviluppo di applicazioni interattive, il personale infermieristico fornirà le competenze necessarie sui presidi medico-chirugici quali cannule tracheostomiche, gastrostomie, cateteri venosi centrali. Il tutto per una minore ospedalizzazione, maggiore autonomia, maggior condivisione di competenze, minor stress e ansia per i genitori.

Vince il premio Re-thinking Systems il progetto WIN4ASD, Web Italian Network for Autism Spectrum Disorder, coordinato da Paola Colombo, psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice nell’area di Psicopatologia dello sviluppo: si tratta della creazione di un network tra pediatri e servizi specialistici di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che sfrutterà le potenzialità delle tecnologie ICT (piattaforma web, app,..). Questa app offrirà al pediatra la possibilità di effettuare lo screening on-line per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico (a 18 mesi), e successivamente favorirà la co-gestione del paziente, nella continuità di cura.

Più che soddisfatto del risultato è Gianluigi Reni, responsabile dell’area di ricerca in tecnologie applicate del Medea: “La chiave del successo è stata dare spazio alle generazioni giovani, che sono il vero motore dell’innovazione con la loro capacità di pensare diversamente e la loro voglia di trovare risposta ai bisogni dei pazienti”.