In questi giorni gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Antonio Chiappani e dal sostituto Nicola Preteroti, stanno passando in rassegna la documentazione di Anas (proprietaria del viadotto) e della Provincia (responsabile della strada provinciale 49).
Due i filoni su cui le indagini sono chiamate a fare luce: da una parte la gestione dell’emergenza ed eventuali negligenze commesse da parte di chi aveva la responsabilità di intervenire. Dall’altro lato la storia del manufatto: quando è stato costruito, con quali materiali, le manutenzioni effettuate, la portata effettiva e le autorizzazioni di transito.
Si cercano le prove che sul manufatto fossero stati effettuati i test di collaudo di carico e scarico; in mancanza di questi all’ingresso del viadotto avrebbero dovuto essere posizionati dei cartelli vietanti il passaggio ai camion dal peso superiore alle 44 tonnellate. Cartelli che sono comparsi nei giorni scorsi su altri cavalcavia.
A risolvere quello che è stato definito da Chiappani un “problema documentale”, sarà proprio il primo incontro tra inquirenti e i consulenti (incaricati tra le altre cose di analizzare lo stato dei materiali con cui il ponte era stato costruito) previsto per la giornata di mercoledì 16.