COMASCO – Crescono le attività artigiane comasche: in tutto sono ben 15.914 le aziende del settore registrate in provincia di Como nel secondo trimestre del 2016, anno che finora ha visto la nascita di 266 nuove imprese e la cessazione di altre 230; il saldo è positivo (+36%) con un incremento percentuale pari a +0,23%.
Una crescita che risulta essere ancora più evidente per alcuni comparti dell’artigianato locale, 12 settori driver in cui operano complessivamente 9.281 imprese (il 58,3% del totale delle aziende del settore) che nel periodo tra aprile e giugno di quest’anno registrano un tasso di crescita dello 0,83%.
Un settore, quello dell’artigianato, che nel comasco dà lavoro a oltre 36,8 mila addetti (dato del 2014), ovvero il 21,7% del totale del lavoratori in provincia. Operano nell’artigianato di Como il 66,9% dei lavoratori delle costruzioni, il 27,1% dei lavoratori del manifatturiero esteso e il 12% dei lavoratori dei servizi.
Lo scorso anno, le imprese artigiane comasche guidate da under 35 si sono attestate a quota 1800, ovvero l’11,3% del totale delle aziende artigiane in provincia. Le imprese “rosa” sono invece 2.295 e rappresentano il 14,3% delle aziende artigiane lariane. Infine, sono ben 2 mila le aziende artigiane gestite da stranieri.

I dati sono stati diffusi alla presentazione della Mostra dell’Artigianato a Lariofiere di Erba che quest’anno festeggia la sua 43esima edizione (vedi articolo). “La situazione per l’artigianato è ancora difficile – ha sottolineato il presidente di Confartigianato Como, Marco Galimberti – per questo come associazione vogliamo essere vicini alle nostre imprese. Percorsi di innovazione, di riconversione possono essere la chiave per superare la crisi, ma auspichiamo politiche economiche da parte del Governo e interventi a favore delle aziende, affinché si superi questa fase di difficoltà e si favorisca la ripresa”.
L’export dà una mano all’artigianato comasco: da aprile 2015 a marzo di quest’anno, le vendite all’estero dei prodotti made in Como sono ammontate a 5,6 miliardi di euro, in crescita dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I principali mercati di sbocco sono quello tedesco (13,5%), francese (11,4%) e svizzero (9,5%).
Da sottolineare anche una crescita delle esportazioni oltre Europa soprattutto verso la Cina (+27,2%), sono invece crollate le esportazioni verso la Russia (-18,6%)