Problema animali selvatici: Coldiretti e Prefetto a confronto

Lorenzo Colombo 23 Aprile 2016

Attualità

cinghiale
Tra gli animali selvatici che provocano più danni agli agricoltori ci sono i cinghiali

COMO – “I nostri imprenditori agricoli chiedono il riconoscimento di un elementare diritto: il poter raccogliere quanto seminato. Ed è una certezza negata nei fatti, perché ad oggi, da un capo all’altro della provincia, il timore di ritrovarsi all’improvviso con i campi devastati è concreto. Siamo fiduciosi che, dopo l’incontro con il Prefetto, possa finalmente muoversi qualcosa”. Il tema dei danni provocati dalle ripetute invasioni della fauna selvatica (cinghiali in particolare) è stato al centro dell’incontro che martedì scorso Coldiretti Como-Lecco ha avuto presso il Palazzo del Governo con il Prefetto di Como, S.E. dott. Bruno Corda.

Nelle parole del presidente Fortunato Trezzi e del direttore Raffaello Betti c’è il quadro di una situazione (e preoccupazione) quotidiana, la stessa che vivono centinaia di imprenditori agricoli colpiti direttamente dal problema, la stessa che è stata rappresentata il 19 aprile al tavolo del Prefetto.

“Un grave problema che interessa in particolare le valli d’Intelvi, del Ceresio e di tutto l’alto Lario occidentale e orientale: ad esserne interessati non sono solo gli imprenditori agricoli, ma anche la popolazione. Oltre ai risvolti economici pesanti, infatti, ci sono conseguenze anche sul fronte della pubblica sicurezza” hanno rimarcato Trezzi e Betti al Prefetto Corda. Evidenziando, peraltro, numeri sui quali si impone la dovuta riflessione: solo nella provincia di Como, su un totale di oltre 300 incidenti stradali l’anno, quasi 60 sono causati da cinghiali, cervi, caprioli, volpi, e altri animali selvatici, la cui presenza è concentrata, come ovvio, fuori dai centri urbani (1 su 6 – non esiste altra provincia in Italia con una problematica di queste proporzioni).

“Sono animali molto prolifici e l’opera di limitazione della popolazione per adesso ha dato scarsi risultati, visto che in tutta Italia avrebbero raggiunto il milione di capi. Distruggono i raccolti agricoli, danneggiano gli allevamenti e causano incidenti stradali per un totale di danni che supera i 170 mila euro l’anno, nelle sole province di Como e Lecco, dati che in ogni caso riflettono solo una parte della realtà perché sempre più spesso gli agricoltori, scoraggiati, evitano di richiedere l’indennizzo.

Da qui l’esigenza di risolvere il problema, con soluzioni che da parte di Coldiretti si traducono in proposte concrete: “Serve un piano interprovinciale che coinvolga le istituzioni, gli agricoltori, i cacciatori e anche le associazioni dei consumatori per decidere delle linee di intervento chiare per fermare l’invasione. Abbiamo già presentato alle istituzioni una serie di idee che vanno dalle misure di prevenzione (recinzione, trappole, prodotti repulsivi e animali da guardia) a quelle di contenimento e abbattimento controllato per eccesso di popolazione o di pericolo per l’uomo, con la possibilità di intervento anche da parte degli agricoltori che hanno l’abilitazione per la caccia, degli iscritti agli ambiti venatori e anche delle guardie giurate volontarie”.