Sindacati: sciopero del comparto scuola il 5 maggio

Lorenzo Colombo 29 Aprile 2015

Economia/Lavoro

scioperoCOMO – Flc cgil, Cisl Scuola, Uil scuola, Snals e Gilda proclamano lo sciopero unitario nazionale del comparto scuola per il 5 maggio. Le organizzazioni sindacali di como aderiranno alla manifestazione che partirà alle 9.30 da Piazza della Repubblica e terminerà all’ Arco della Pace a Milano per chiedere al governo delle modifiche al DDL presentato al parlamento. Questo ddl propone modifiche lontane dalle esigenze della scuola, lontane dalle richieste di alunni e famiglie e dalle necessità dei lavoratori della scuola.

Non piace ai precari, docenti e ATA, per i quali i sindacati chiedono uniti un piano di stabilizzazioni articolato e immediato che garantisca stabilità a chi da anni assicura il funzionamento della scuola e la regolarità nella didattica e nella gestione. Non piace ai lavoratori di ruolo, il cui contratto è bloccato da 7 anni e per i quali il rinnovo è una necessità se si vuole davvero ridare dignità a questi lavoratori e potere d’acquisto ai loro stipendi. Non piace per le incursioni della legge su materie che sono soggette a disciplina contrattuale, come le retribuzioni e la mobilità del personale, sulle quali ancora una volta, il Governo non intende sedersi a un tavolo con le organizzazioni sindacali. Non piace per lo strapotere affidato ai dirigenti attraverso la chiamata diretta dei docenti e non convince infine perché cancella la capacità di scelta degli organi collegiali, capacità che è alla base di scelte che hanno garantito negli anni un’alta qualità dell’ offerta didattica e una grande attenzione ai percorsi individuali degli alunni. La scuola così pensata presta il fianco a pericolosi meccanismi di sponsorizzazione da parte dei privati e ad un ancor più pericoloso utilizzo di docenti senza vincolo di rispetto dell’ordine di graduatoria.

Le organizzazioni sindacali che hanno indetto lo sciopero del 5 si sono viste bocciare la proposta di dividere il Piano delle assunzioni dal Disegno di legge. La richiesta era infatti quella di accelerare sulle assunzioni lasciando al Parlamento tempi congrui di discussione del resto del provvedimento, tempi utili per ascoltare anche chi la scuola la vive.

“La scuola ha bisogno di una riforma ma non è questa la riforma che serve alla scuola”, commentano.