Erba

Conferenza di Dario Cremaschi: si parla di homo sapiens

Lorenzo Colombo 15 Maggio 2014

Cultura, Erba

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conferenzaERBA – Conferenza del professor Dario Cremaschi “Sulla strada che porta all’uomo. La rivoluzione del pensiero simbolico in Homo sapiens” giovedì 15 maggio, alle ore 21, nella sala Civica della Villa Comunale di Crevenna (appena entrati nel portico della villa, l’ingresso sulla destra).

“Nella conferenza precedente abbiamo parlato del pensiero simbolico. Abbiamo visto che la coscienza ci permette di costruirci con simboli suoi (sensazioni visive, acustiche, tattili, termiche, dolorifiche, di piacere ecc.) una realtà mentale che rispecchia a suo modo (cioè secondo suoi simboli) una realtà esterna a noi, diversa ma corrispondente. Abbiamo visto che formiamo le varie sensazioni su un oggetto separatamente, in aree diverse della corteccia cerebrale, ma col tempo e l’esperienza impariamo ad associarle insieme per arrivare alla percezione totale dell’oggetto, percezione fatta di immagine, suono, tatto, gusto, odore, calore ecc. Abbiamo notato poi che le percezioni vengono archiviate in memoria, classificandole con un processo di catalogazione in categorie per denominatori comuni. Questo processo ci porta ad astrarre le idee, che sono appunto quei denominatori comuni, quelle categorie. La realtà mentale in questo modo non costituisce più un rigido insieme di sensazioni e percezioni vincolate alla realtà esterna, bensì viene altamente frazionata e rimaneggiata in categorie-idea. Questo altissimo e duttile frazionamento e rimaneggiamento costituisce il pensiero simbolico, cioè il pensiero fondato sulle idee – spiega la dottoressa Barbara Cermesoni – Avendo frazionato la realtà in categorie, possiamo ascrivere ogni sensazione o percezione a una categoria. Assegnare a una categoria è dare un significato a una sensazione o percezione: “Questo che vedo è il mare”. L’intuizione è il processo di identificazione della categoria. Avendo smontato la realtà in un numero enorme di parti, possiamo inoltre farne un’analisi passo passo, correlando le varie parti secondo il principio di non contraddizione, cioè possiamo operarvi sopra con una analisi razionale. Il nostro modo normale di operare nella vita comune giornaliera, economica, sociale, scientifica, tecnica è proprio una combinata di intuizione e di analisi razionale. Ogni idea poi può essere definita con un suono-parola, che la simboleggia. Così nasce il linguaggio vocale articolato. Infine, avendo smontato la realtà, possiamo rimontarla così come ci risulta esternamente, cioè obiettivamente. Però possiamo rimontarla anche ipoteticamente, per ragionare su realtà possibili, che ci prefiguriamo mentalmente. Questo lavorare su ipotesi ci dà la facoltà di creare tecnologicamente, scientificamente, economicamente, di prevedere, di figurarci religiosamente un Dio, un’anima e un Aldilà. Infine, possiamo rimontare la realtà anche in un nostro modo soggettivo, per sottolinearne alcuni aspetti o per ricostruirla in modo completamente fantasioso. Questo ci permette di avere la facoltà di fantasticare e di operare artisticamente”.

Nella conferenza attuale e nelle due conferenze future (che si terranno l’anno prossimo) il tema che affronteremo riguarderà quando il pensiero simbolico è comparso negli esseri viventi. Nella conferenza di giovedì, invece, si parlerà di pensiero simbolico in Homo sapiens.

“Homo sapiens sembra sia comparso in Africa circa 200mila anni fa, ma arrivò in Europa solo circa 45mila anni fa, portandosi un bagaglio enorme di innovazioni (economiche, tecnologiche, religiose, artistiche), che prima, in Asia e Africa, sembrava non si riscontrassero – spiega Dario Cremaschi – Per questa ragione dagli anni ‘70 l’ingresso di Homo sapiens in Europa venne considerato l’inizio di un nuovo periodo, il Paleolitico Superiore, e si prese a parlare di «rivoluzione del Paleolitico Superiore». Tutto ciò però significava affermare che i comportamenti di tipo moderno fossero emersi in Homo sapiens soltanto quasi 150mila anni dopo la comparsa del­la nostra specie. Ci fu una nuova mutazione ? Si verificò un qualche evento che stimolò il cervello di un Homo sapiens già potenzialmente capace, ma ancora dormiente? Per alcuni paleoantropologi vale la prima ipotesi, per altri la seconda. Altri spostano la rivoluzione più indietro nel tempo, chi a 70mila, chi a 80mila, chi a 100mila anni fa. C’è anche chi nega che ci sia mai stata una rivoluzione. Per costoro Homo sapiens fin dai suoi inizi, 200mila anni fa, era potenzialmente e attualmente dotato di pensiero simbolico. Chi ha ragione? Cercheremo di capirci qualcosa, dandoci come metodo d’indagine quanto abbiamo esposto sul pensiero simbolico nella scorsa conferenza”.