LECCO/COMO – I due rami del Lago uniti dalla scienza: nei giorni scorsi, Lecco ha ospitato il primo Congresso “Cardiomiopatia ipertrofica: i due rami del Lago si incontrano”, occasione di confronto e condivisione tra i cardiologi dell’ospedale Manzoni di Lecco e del Sant’Anna di Como. Al centro dell’incontro, la patologia ereditaria ad oggi considerata la più frequente nella popolazione. “La cardiomiopatia ipertrofica – spiega Mario Galli, primario della Cardiologia di Asst Lariana – è una patologia caratterizzata da un aumento dello spessore parietale del ventricolo sinistro e può, nelle forme più gravi, cioè quelle ostruttive, associarsi alla presenza di gradiente intraventricolare che determina un’ostruzione all’efflusso del sangue dal ventricolo sinistro”.
I sintomi più frequenti della malattia possono essere quelli dello scompenso cardiaco (dispnea da sforzo o a riposo, gonfiore agli arti inferiori), dolore toracico, cardiopalmo, sincope. “La diagnosi prevede, oltre alla storia clinica e familiare del paziente, – prosegue lo specialista – l’integrazione dei risultati di diversi esami strumentali tra cui l’elettrocardiogramma, l’ecocardiografia, la risonanza cardiaca e l’analisi genetica”. Il trattamento prevede “l’uso di farmaci come i beta-bloccanti, i calcio-antagonisti e la disopiramide, ma la principale novità nella terapia della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva – annuncia Galli – è rappresentata dall’introduzione di una nuova classe di farmaci, gli inibitori della miosina cardiaca, che hanno dimostrato di migliorare notevolmente i sintomi e la capacità funzionale dei pazienti”.
L’eterogeneità delle manifestazioni cliniche della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, la molteplicità di figure professionali coinvolte nella gestione del paziente e la continua evoluzione delle opzioni terapeutiche disponibili, rendono necessaria la definizione di standard e competenze che i centri di riferimento per la patologia devono soddisfare e dove “è dunque auspicabile – conclude il dottor Galli – che i pazienti afferiscano. A questo fine, le Cardiologie di Como e di Lecco si impegnano nella diagnosi e nel trattamento di questa patologia con un rapporto di reciproca collaborazione”.