Passaggio di consegne a Marco Galimberti. Un bilancio tra pandemia, investimenti e riorganizzazione interna
Dadati: “Abbiamo risanato i conti e lasciamo un ente più moderno e organizzato, ma alcune sfide restano aperte”
ERBA – Un bilancio fitto, articolato e soprattutto concreto, quello tracciato questa mattina a Lariofiere da Fabio Dadati, al termine del suo secondo e ultimo mandato alla presidenza dell’ente fieristico erbese. Un commiato che ha assunto i toni di un consuntivo imprenditoriale, carico di dati, progetti portati a termine, ma anche di criticità affrontate e trasformazioni strutturali. Sei anni (due mandati triennali) in cui il centro espositivo è stato al centro di una profonda evoluzione, sotto la direzione di un presidente che ha sempre rivendicato un approccio orientato al risultato.
Imprenditore alberghiero che gestice a Malgrate le strutture “La Casa sull’Albero”, “Albergo Promessi Sposi” e ristorante “Da Giovannino”, nonché consigliere delegato al Turismo per la Camera di Commercio Como-Lecco, Dadati ha guidato Lariofiere dal 2019 a oggi. E stamani, ha “riavvolto il nastro”, partendo da un momento spartiacque: la pandemia.

Lariofiere in emergenza: da centro fieristico a polo logistico
Durante l’emergenza sanitaria, Lariofiere ha vissuto una trasformazione senza precedenti. “In pandemia – ha ricordato Fabio Dadati – siamo riusciti comunque a svolgere attività e a dimostrare il valore che Lariofiere ha sul territorio”. Il centro espositivo di Erba è stato riconvertito in breve tempo in hub vaccinale, poi in area logistica per la Protezione Civile, venendo infine inserito nel sistema regionale di gestione in caso di calamità.
“È stato un bel lavoro, ma molto faticoso e impegnativo – ha sottolineato Dadati –. In quel periodo di grande difficoltà siamo riusciti a mettere una pezza, adattandoci rapidamente a una situazione complessa”.
Non solo emergenza: proprio in quel contesto sono nate le prime fiere digitali, con un esperimento pilota sulla Mostra dell’Artigianato, e i primi convegni virtuali, oggi divenuti parte integrante dell’offerta. “Grazie a quell’esperienza, oggi siamo in grado di proporre attività utili anche per il futuro”.
Investimenti e risanamento: Lariofiere torna in utile
Dal punto di vista economico, la presidenza Dadati ha segnato una svolta. “Abbiamo realizzato un piano industriale investendo oltre un milione di euro”, ha sottolineato. Interventi concreti come la riqualificazione dell’illuminazione – con un taglio dei costi energetici – e la messa in sicurezza degli accessi. Rinviato, per ora, l’obiettivo della climatizzazione della zona centrale, frenato dal caro materiali post-Covid.
I numeri parlano chiaro: da una perdita annua di 180mila euro si è passati a un utile di 32mila euro nel 2024 e +105mila nel primo semestre 2025. “Prevediamo di chiudere l’anno con un attivo di 140mila euro”, ha annunciato Dadati. Risultati che si riflettono anche sulla liquidità dell’ente.
Un nuovo modello gestionale: riorganizzazione e redditività
Significativo anche l’aumento degli introiti derivanti dalle attività di food & beverage: “Affittando la struttura a terzi, siamo passati da 50mila euro a 510mila euro all’anno di incassi. Al netto dei costi, l’attivo è notevole. Inoltre abbiamo migliorato i servizi per espositori e visitatori, anche grazie ai convegni con catering interno”.
Lato organizzativo, la svolta è arrivata a febbraio con la fine della collaborazione con il direttore Silvio Oldani. “Non abbiamo nominato un nuovo direttore, ruolo che spetterà al mio successore. Nel frattempo, abbiamo risparmiato circa 75mila euro e riorganizzato la struttura con una chiara definizione dei ruoli: vice direttore Fabrizio Genovese, e responsabili per le diverse aree: tecnica, marketing, relazioni esterne e commerciale”.
Imu, parcheggi e nuove fiere: scelte strategiche per il futuro
Tra le partite vinte, anche quella dell’IMU: “Grazie al lavoro dell’architetto Giulio De Capitani, abbiamo ottenuto una ridefinizione catastale che porterà a un risparmio di 35mila euro nel 2026. Ulteriori 100mila euro potrebbero arrivare tramite AEFI”, ha spiegato. Anche il parcheggio è stato regolamentato: gratuito per fiere a pagamento, a 5 euro per quelle a ingresso libero. Non sono mancati, però, i momenti più critici. Alcune fiere – come MECI o la Mostra dell’Artigianato – faticano. “Non tutte funzionano come la locomotiva di Fornitore Offresi, che da sola genera quasi un terzo dei ricavi. Servono strategie mirate e il supporto di esperti: per questo abbiamo lavorato con un consulente di settore per tre anni”.
Un progetto incompiuto e uno sguardo al futuro
Un rammarico resta: “Mi sarebbe piaciuto portare a termine l’ampliamento di Lariofiere con l’ingresso di nuovi soci come le Camere di commercio di Sondrio e Monza-Brianza, che oggi non hanno un polo fieristico di riferimento, dato che oltre a Larifiere in Lombardia ci sono quelli di Bergamo, Milano e Malpensa in provincia di Varese. Quello che posso dire è che resta un progetto valido”, ha dichiarato Dadati.
Cambio al vertice: Marco Galimberti nuovo presidente
Con la conclusione del mandato di Dadati, Lariofiere apre ora una nuova fase con la nomina di Marco Galimberti alla presidenza. Designato dalla Camera di Commercio Como-Lecco, Galimberti – imprenditore tessile alla guida della Gemm Filati di Orsenigo ed ex presidente di Confartigianato – porterà in dote una solida esperienza associativa e gestionale.
Al suo fianco, Patrizio Musitelli nel ruolo di vicepresidente. Nel nuovo consiglio direttivo anche Giovanni Ciceri, figura storica dell’ente, insieme ai lecchesi Angelo Belgeri (attuale vice presidente di Confcommercio Lecco e presidente del Fondo di Garanzia) e Giulio Dozio.
“Marco ha voglia di mettersi in gioco – ha concluso Dadati – e potrà contare sullo stesso sostegno che io ho ricevuto dalla Camera di Commercio di Como e Lecco. Lariofiere è pronta a scrivere un nuovo capitolo”.