Erba

Alla Croce Pessina il ricordo perenne di Pierpaolo Garofoli

Redazione 14 Luglio 2025

Attualità, Erba

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ERBA – Ci sono luoghi che “raccontano” le persone. La storia di Pierpaolo Garofoli non può essere limitata al suo rapporto con la Croce Pessina, sulla cima del Monte Panigas, dove pure era sempre parte attiva alla festa annuale della comunità di Crevenna d’Erba, alla seconda domenica di luglio. La sua vita – pur spezzata a soli 48 anni, da un malore improvviso, il 25 novembre 2024 – è stata troppo ricca e intensa. C’era la famiglia, gioia e responsabilità. Il lavoro, impegno e fatica. Il servizio volontario. Le passioni. Gli amici. Eppure la Croce Pessina, in qualche modo, tiene insieme e riassume tutto questo.

Alla Croce Pierpaolo andava ogni anno come erede di una tradizione famigliare. Ci andava per lavorare (mai visto con le mani in mano, tra legna, griglie e coltelli), con il gusto di farlo volontariamente e per gli altri. Ci andava per godere di una delle sue passioni, il contatto ravvicinato con la montagna e la natura. Ci andava per il piacere di ritrovarsi tra tanti amici. Ci andava per dare «il meglio di sé», come ha sottolineato don Ettore Dubini, vicario parrocchiale di Crevenna, all’inizio della Messa nel ritrovo odierno. E quindi è bello che ora la memoria di Pierpaolo sia legata indissolubilmente alla Croce Pessina.


Domenica mattina – alla presenza di un’ottantina di persone (compreso il “decano” del gruppo Giancarlo Proserpio), malgrado condizioni meteorologiche non ideali – nei pressi del barbecue che era il “regno” di Pierpaolo, è stata scoperta e benedetta una targa che lo ricorda. Marco Rizzi, che ne ha coordinato la realizzazione, ne ha ricordato la “genesi”, a partire dalla toccante poesia composta “di getto” da Luigi Fusi, pochi giorni dopo la scomparsa di Pierpaolo. La targa riporta la poesia (che Fusi ha letto con grande emozione) e due disegni che ritraggono Pierpaolo in atteggiamenti caratteristici, opera di Alessandro Rossetti. L’installazione è stata resa possibile dal supporto tecnico e materiale di Ulisse Rusconi e Dante Cresseri.

Prima della benedizione di don Ettore, la targa è stata scoperta da Riccardo, nipote di Pierpaolo – in maglia viola come la mamma Manuela (sorella di Pierpaolo), a ricordare il tifo per la Fiorentina dello zio e fratello – e da Marco Rizzi. A stringere in un abbraccio ideale Mara, compagna di Pierpaolo, e la loro figlioletta Gaia, erano presenti amici ed esponenti di tante realtà che con lui condividevano un impegno o una passione: volontari di Lariosoccorso, Alpini, soci del Moto Guzzi Club di Mandello del Lario, giocatori della Lokomotiv (la squadra di calcio amatoriale di cui Pierpaolo faceva parte con gli amici del Bar Fragola e Barolo). D’ora in avanti, quindi, chi giungerà ai piedi della Croce e scorgerà la targa, se ha conosciuto Pierpaolo avrà modo di ricordarlo, se non l’ha conosciuto sarà stimolato a saperne di più.


Nell’omelia della Messa celebrata prima della cerimonia, don Ettore ha paragonato la radura del Panigas a una «cattedrale naturale», dove viene spontaneo «lodare Dio per il dono della bellezza della montagna» e apprezzare il lavoro di chi si impegna per tutelarla. Ha poi ricordato il decennale della pubblicazione della Laudato Si’, l’enciclica di papa Francesco che è all’origine di una «nuova coscienza» dell’uomo nei confronti dell’ambiente e del clima. Un tema che, però, richiede una radicale «conversione del cuore», come ha auspicato anche Leone XIV durante la recente Messa per la Custodia della Creazione, nella quale ha denunciato gli «eccessi» dell’uomo alla base di tante offese recate al creato. «La natura è più bella da vedere che da conquistare», ha rilevato don Ettore, richiamando quello «sguardo contemplativo» che papa Francesco riteneva indispensabile per «cambiare la nostra relazione con il creato».

La giornata si è conclusa con un momento conviviale organizzato da diversi volontari, alcuni dei quali nelle ultime settimane si sono prodigati anche nella rasatura dell’erba e nella pulizia dell’area della Croce.

Sabato 19 e domenica 20 luglio il borgo di Crevenna tornerà ad animarsi in occasione della Festa patronale di Santa Maria Maddalena.


Sabato 19 luglio, alle 20.30, nella chiesa parrocchiale, Luca Frigerio, giornalista e scrittore, parlerà de «L’apostola della speranza. Santa Maddalena nell’arte», accompagnando i presenti a scoprire i diversi volti di una delle figure femminili più importanti dei Vangeli, attraverso piccoli e grandi capolavori dell’arte, tra storie, tradizioni e leggende, dalla Terra Santa alle testimonianze ambrosiane.

Domenica 20 luglio il “cuore” della Festa, con la Messa solenne celebrata da don Ettore alle 10 nella chiesa parrocchiale. Conclusione con il pranzo in oratorio a partire dalle 12.30 (quota di partecipazione 25 euro, adesioni da comunicare al n. 338.2863333).