Tavernerio

Un libro racconta la ‘ndrangheta in provincia di Como

Redazione 24 Maggio 2025

Attualità, Tavernerio

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TAVERNERIO –  La provincia di Como è uno dei territori del Nord Italia più infiltrati dalla ‘ndrangheta: la cronaca giudiziaria spesso ci restituisce notizie di sparatorie, intimidazioni, infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale ‘sano’ della provincia, e poi ancora traffici illeciti di rifiuti e altri reati di stampo mafioso. Tutte situazioni connesse alla presenza della criminalità organizzata, e in particolare della ‘ndrangheta, nel nostro territorio.

Questi temi vengono analizzati nel nuovo libro – in uscita il 30 maggio – dal titolo ‘Mafia ed economia – Il rischio criminale in Lombardia‘, scritto dal professor Nando dalla Chiesa (sociologo, docente universitario, uno dei massimi esperti di mafie) e da Andrea Carnì (dottore di ricerca in studi sulla criminalità organizzata). I temi trattati nel libro derivano dall’ampia ricerca su «Mafia ed economia in Lombardia» svolta dal centro Cross dell’Università degli Studi di Milano in partnership con Cgil Lombardia.

Il libro verrà presentato in anteprima assoluta il prossimo 11 giugno a Tavernerio presso l’Auditorium comunale. L’incontro, aperto al pubblico, è organizzato dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” – associazione che da molti anni si occupa di legalità – in collaborazione con i Comuni di Tavernerio, Ponte Lambro, Eupilio, Castelmarte, con la Cgil di Como e la Commissione Cultura di Tavernerio. L’incontro rientra nell’ambito della Rassegna antimafia “4 colpi alla ‘ndrangheta”.

Dichiara Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente: “L’11 giugno a Tavernerio, oltre alla presentazione del libro con la presenza degli autori Nando dalla Chiesa e Andrea Carnì, verrà fatto un focus specifico sulla presenza mafiosa nella nostra provincia, anche grazie al previsto intervento del pubblico ministero della DDA di Milano, Pasquale Addesso, fino al 2021 in carico alla Procura di Como.

Un’occasione quindi, quella di Tavernerio, per conoscere le dinamiche della presenza mafiosa nel nostro territorio e, come sempre, per diffondere la cultura della legalità”.