Padre Fabio saluta l’ospedale Sant’Anna dopo oltre 13 anni di servizio

Lorenzo Colombo 1 Novembre 2024

Cronaca

“Vi sono infinitamente grato per la testimonianza che molti di voi mi hanno dato in tutti questi anni. Dal vostro esempio ho imparato tanto”

COMO – L’ospedale Sant’Anna di Como ha salutato padre Fabio Giudici, cappellano dell’ordine dei Camilliani, che ha concluso il suo servizio presso l’ASST Lariana per raggiunti limiti di età. Dopo oltre dieci anni trascorsi tra le corsie del nosocomio comasco, il sacerdote ieri, giovedì, ha voluto ha voluto ringraziare il personale sanitario e i pazienti per il tempo trascorso insieme, celebrando una messa nella cappella del Piano Blu.

Durante il suo saluto, padre Fabio ha rivolto parole di profonda gratitudine agli operatori sanitari, riconoscendo quanto essi siano stati per lui una fonte di insegnamento e ispirazione. “Vi sono infinitamente grato per la testimonianza che molti di voi mi hanno dato in tutti questi anni. Dal vostro esempio ho imparato tanto. Porterò nel mio cuore gli insegnamenti che mi avete dato. E per tutto questo vi ringrazio”, ha detto. L’emozione era palpabile mentre raccontava il significato della sua missione sacerdotale, una scelta di vita che ha rinnovato ogni giorno con lo stesso spirito di quando, 40 anni fa, prese i voti per consacrare “non una parte, ma tutta la mia vita al servizio del suo popolo.”

Padre Fabio ha condiviso con i presenti tre parole ispiratrici – compassione, vicinanza e dolcezza – valori che, secondo il sacerdote, devono guidare ogni gesto e cura verso i pazienti. “La compassione, dal latino con-patire, significa soffrire con”, ha spiegato, descrivendo quel legame empatico con il malato, che supera l’aspetto professionale per diventare “un dono di speranza e dignità.” La vicinanza, ha aggiunto, è la capacità di trasmettere affetto con uno sguardo, un gesto o una parola semplice ma sincera, un atteggiamento che comunica calore umano e rassicurazione. Infine, la dolcezza, perché “il modello che San Camillo ci propone è quello di un’amorevole madre che si prende cura del suo figliolo gravemente malato.”

Il sacerdote ha annunciato che il suo percorso non termina qui: con il trasferimento a Milano, continuerà il suo servizio come cappellano, confermando quel “sì” che rinnova da quattro decenni. Lasciando il Sant’Anna, ha promesso di mantenere il personale sanitario nelle sue preghiere, chiedendo di essere ricordato anche lui. A conclusione del suo discorso, ha offerto un ultimo abbraccio ideale, semplice ma intenso, a tutti coloro che hanno condiviso con lui il cammino, lasciando un segno tangibile di affetto e riconoscenza in un luogo che è stato casa e famiglia per molti anni.