COMO – Anche nel 2020, sono 10 le province che si attestano oltre il 65% di raccolta differenziata. La provincia più virtuosa è ancora Mantova con 87,10% (+0,3% rispetto al 2019), seguita da Monza e Brianza con 79,19% (+1,5%), Cremona con 78,58% (+0,2%), Varese con 78,17% (+1,1%), Bergamo 77,42% (+1,7%), Brescia 77,27% (+0,6%), Lodi 75,16% (+0,1%), Lecco 71,67% (+0,8%), Como 70,02% (+2,2%), Milano 68,91% (+2,2%), Sondrio 57,24% (+1,8%). Chiude la classifica Pavia, che tuttavia, con 159.816 t, vede la percentuale di raccolta differenziata salire al 58,07% con un aumento del +6,0% rispetto al 2019.
I dati sono stati presentati questa mattina, giovedì 17 febbraio, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Report 2020 su ‘Produzione, gestione e recupero dei rifiuti urbani in Lombardia’.
L’assessore regionale all’Ambiente e al Clima Raffaele Cattaneo ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto a livello regionale con la raccolta differenziata al 73%, il recupero di materia ed energia arrivato al 90% e l’incremento del recupero di rifiuti speciali. “Questo conferma che Lombardia è all’avanguardia in tema di economia circolare. Mentre ci si poteva aspettare che il lockdown generasse un aumento nella produzione dei rifiuti urbani, nel 2020 la produzione è calata del 3,4% rispetto al 2019. Così come cala anche del 2,1% la produzione pro capite di rifiuti’.
Per quanto riguarda le province, l’andamento della produzione totale dei rifiuti urbani segue quello regionale, evidenziando una flessione, visibile in particolare nella provincia di Milano (-6,4%), legata con molta probabilità alle misure di contrasto al Covid-19. Un dato in diminuzione anche nelle province di Sondrio (-1,9%), Como (-1,8%), Varese ( -1,2%), Lecco (-0,6%), Brescia (-0,5%) e Bergamo -0,3%. Mentre, a parte il lieve scostamento di Monza Brianza (+0,8%), l’incremento della produzione dei rifiuti urbani è stato registrato nelle province della bassa pianura: Lodi (+2,5%), Pavia+2,2%, Mantova (+2,1%) e Cremona +1,3%.
Nel 2019 sono ancora le province di Bergamo, Brescia e Milano a produrre più della metà dei rifiuti speciali (56,4%) della Lombardia. Rispetto al 2018, i dati – legati a indici economici e alla presenza di industrie – evidenziano un incremento della produzione in particolare nelle province di Pavia (+ 6,1%) e Cremona (+4,6%), seguite da Como (+1,8%), Brescia (+1,2%), Bergamo (+1%), Monza e Brianza (+0,9%), Lodi (+0,4%). Le province in cui si registra un calo più importante sono quelle di Lecco (-8.9%) e Mantova (-4,4%), seguite da Milano (-2.3%), Sondrio e Varese (-1,4%).
Spostando il focus sulle singole frazioni, in generale, si registrano valori assoluti inferiori al 2019, per i motivi connessi a una diminuzione totale della produzione. In particolare, si sottolinea una diminuzione della frazione umida che si attesta nel 2020 a 770.934,4 tonnellate (nel 2019 è pari a 799.920,45 tonnellate). Questo è dovuto probabilmente alle chiusure e limitazioni che hanno riguardato il settore della ristorazione. Si è registrato invece un aumento della plastica che si attesta nel 2020 a 216.289,5 tonnellate (nel 2019 è stata pari a 170.879,04 tonnellate). Si può ipotizzare di imputarlo a un aumento della produzione di imballaggi da consumi domestici e al massiccio ricorso all’asporto.
Continua a salire il valore della raccolta RAEE: + 5,4% rispetto al 2019. La percentuale più consistente è rappresentata da lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe, seguiti da frigoriferi, condizionatori, congelatori e da piccoli elettrodomestici, apparecchi di illuminazione e pannelli fotovoltaici. In calo, atteso e fisiologico, il peso degli apparecchi con schermi. Ultimo posto, connaturato alla natura del prodotto, per le sorgenti luminose.
‘Il recupero di materia e energia – ha specificato l’assessore Cattaneo – evidenzia valori in crescita, confermando il trend in aumento degli anni scorsi. Rispetto al 2019 (84,6%) e al 2018 (83,9%), nel 2020 il recupero diretto (primo destino) di materia e di energia è quindi pari all’85% e, se sommato ai quantitativi in uscita dai TMB (trattamento meccanico biologico), arriva al 90%. Due terzi come materia, un terzo come combustibile per produrre energia. Un esempio concreto di economia circolare’.
‘A questo va aggiunta – ha aggiunto l’assessore – la quota di scarti delle frazioni oggetto di raccolta differenziata che vanno a ulteriore recupero di materia ed energia come secondo destino innalzando ulteriormente il totale di ciò che viene recuperato’.
Nel 2020 il recupero di materia sul totale dei rifiuti urbani è stato del 63,4%, a fronte del 62,3% del 2019. Il recupero di energia sul totale rifiuti urbani compresi i quantitativi dei rifiuti sottoposti a TMB e inviati poi a termovalorizzazione è 26,56%. Il dato segna una diminuzione rispetto al 2019 (27,6%) in quanto sono diminuiti i rifiuti urbani indifferenziati, conseguenza dell’aumento della raccolta differenziata.

Nel 2020 sono state conferite direttamente in discarica solo 2.396 tonnellate di rifiuti urbani non differenziati (corrispondenti allo 0,05% del totale dei rifiuti urbani), in diminuzione rispetto al 2019, quando ne erano state smaltite 3.838 tonnellate (pari allo 0,08 % del totale dei rifiuti urbani). Come secondo destino, cioè considerando anche i rifiuti decadenti da Tmb, si arriva a 38.454 tonnellate, pari a solo 0,8% del totale dei rifiuti urbani prodotti.
‘Questo – ha commentato Cattaneo – conferma il successo delle politiche di azzeramento della discarica per la gestione dei rifiuti adottate in Lombardia a partire dal 1996. La discarica infatti è solo l’ultimo destino possibile. Un dato che ha saputo migliorarsi anche nella situazione emergenziale data dalla pandemia’.