Erba

Erba. Addio a “Stella Artois”, la storica birreria di via Leopardi

Miryam Colombo 14 Gennaio 2022

Attualità, Erba

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Da sinistra Gianna Beccalli, Marco Gandolfi e la figlia Valeria e Silvia Gandolfi

 

ERBA – Ci sono posti che chiamiamo “casa” perché sanno infondere quel calore e quel senso di accoglienza propri soltanto delle mura domestiche. E sicuramente questo è stata per molti la birreria Belvedere-Stella Artois di Erba, solo “Stella” per gli affezionati, che purtroppo dopo quasi 96 anni di attività ha chiuso con il 2022 i propri battenti.

Entrare in Stella significa fare un salto nel passato: il bancone in legno, gli spillatori luccicanti, gli specchi e le vetrate Liberty, il parquet scuro, che risalgono al 1926 anno in cui Luigi Gelindo Beccalli e Giovanna Renoldi hanno aperto l’albergo-ristorante che, grazie alla sua posizione strategica, era luogo frequentato da operai, lavoratori, macchinisti della vicina ferrovia Nord e semplici cittadini che non rinunciavano a un bicchiere di vino e a una partita a carte o a bocce all’ombra dei grandi tigli che proteggevano il palazzo dal traffico crescente di via Leopardi.

L’inaugurazione della terrazza esterna

 

Ad accoglierli il sorriso sincero e genuino dei proprietari che, di generazione in generazione, hanno custodito e tramandato la tradizione dell’ospitalità: dopo Luigi Gelindo e Giovanna, il locale è passato nelle mani di Giovanni Beccalli e Clementina Colombo, poi in quelle di Gianna Beccalli e del marito Vito Gandolfi e, infine, ai figli Marco e Silvia che, fino alla sofferta decisione di chiudere, hanno retto insieme a mamma Gianna le sorti di Stella.

Ed è proprio la signora Gianna a raccontare i capitoli più recenti di questa storia: “Nel 1982, alla morte di mio papà, su consiglio di Roberto Curtis, abbiamo deciso di convertire l’osteria in una birreria, una delle prime di tutto l’erbese – ha precisato – e fino al 1994 abbiamo mantenuto qualche stanza da affittare ai professori, ai medici e agli infermieri che passavano per Erba. Nel 2016 abbiamo poi ricevuto il riconoscimento di locale storico ed è stata per noi una soddisfazione”.

“Quanti ricordi…quante persone che sono passate su questi tavoli, ho visto ragazzini crescere, sposarsi e portare i propri figli in Stella – ha continuato Gianna con un velo di emozione -. Per me resteranno sempre i ‘miei’ ragazzi e voglio ringraziarli perché, nonostante le difficoltà, ci sono sempre stati vicini e per questo li porterò nel cuore. Stella è stata davvero una casa per molti…bastava una fisarmonica, qualche nota al pianoforte e la serata diventava allegra, gioiosa”.

A farle eco è la figlia Silvia che, fino a pochi anni fa, affiancava il fratello e la mamma nella gestione: “Con i nostri clienti si è creato un legame di confidenza e di amicizia – ha spiegato -. Alcuni sono cresciuti con noi, hanno condiviso (e noi con loro) le gioie, le difficoltà, le cotte, i litigi. Quante volte, abbiamo ricevuto le telefonate di mogli che, a notte fonda, ci chiedevano se il marito fosse ancora qui e quanti si sono seduti al bancone cercando qualcuno con cui parlare. Forse il ‘segreto’ di Stella è stato proprio questo: essere un luogo per tutti, senza distinzioni, in cui tutti potevano sentirsi a proprio agio”.

Purtroppo, però, tutte le storie arrivano a un punto di non-ritorno, davanti al quale bisogna prendere una decisione: “Negli ultimi anni le cose sono cambiate – è intervenuto Marco -: le diverse abitudini delle persone, i nuovi locali aperti nelle vicinanze e le normative sempre più stringenti ci hanno messo a dura prova, ma il colpo di grazia è arrivato con il Covid. Siamo rimasti chiusi un anno intero e, quando nel 2021 abbiamo riaperto pensando di riprendere, i clienti sono diminuiti e la stessa pandemia ha cambiato profondamente il modo di vivere i locali. Da qui, abbiamo dovuto prendere questa decisione, sofferta, ma necessaria”.

“Non sappiamo ancora cosa ne sarà di Stella e di tutta la storia che contiene – ha aggiunto Silvia -. Per ora sentiamo il bisogno di prendere una pausa per metabolizzare questa scelta. È per noi motivo di orgoglio essere arrivati fino a qui, ma questo luogo è stato parte della nostra vita da sempre e servirà del tempo per abituarsi”.

E allora mancheranno la birra ghiacciata, le piadine e i panini di Marco, i canti e la musica improvvisati, le parole di vicinanza, il brindisi della Vigilia di Natale, la spuma nera gustata sotto le tende, le patatine fritte, le partite il sabato sera, le chiacchiere spontanee con i vicini di tavolo che con il tempo diventavano conoscenti e poi amici. Ma Stella continuerà a essere tutto questo e molto altro per chi, con un pizzico di nostalgia, le riserverà un tenero ricordo nel proprio cuore.