ERBA – “Non lasciateci soli in questa emergenza”. Queste la richiesta espressa nella lettera che oggi, venerdì, Nicola Spada, direttore generale della Provincia Lombardo-Veneta dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio-Fatebenefratelli, ha inviato al Consiglio dei Ministri e ai Presidenti delle Regioni in cui la struttura opera. Attualmente, a Erba, sono 70 i pazienti in cura positivi al Covid-19.
“Da sempre e ancor di più in questa emergenza, Fatebenefratelli è in prima linea per sostenere il Sistema Sanitario Nazionale nel rispondere ai bisogni di salute della popolazione italiana – ha scritto Spada – Tutte le strutture del nostro Ordine Ospedaliero si sono adoperate attivamente (e continuano a farlo) per riorganizzare i reparti e aumentare i posti letto a disposizione dei pazienti Covid-19, oltre che per proteggere e tutelare tutti gli altri nostri ospiti dal rischio del contagio. Tutto questo senza precondizioni e con totale spirito di solidarietà e ospitalità, pensando prima di tutto ai nostri assistiti”.
Attualmente sono 70 i pazienti positivi al Covid-19 in cura all’ospedale di Erba, che ha recentemente aderito allo studio clinico promosso dal Pascale di Napoli. Alle strutture ospedaliere si aggiungono poi quelle residenziali che nella sola Lombardia ospitano oltre 1.000 pazienti psichiatrici, “in ognuna di queste strutture si combattono ogni giorno sfide impari e silenziose”, ha commentato.
“In questo contesto non passa tuttavia inosservata una certa distanza da parte delle istituzioni, come se il nostro status di Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto, e quindi tecnicamente di ente privato ancorché equiparato al pubblico, ci privasse di ogni diritto di essere tenuti in debita considerazione da parte del Sistema Sanitario Nazionale nella distribuzione di presidi e medicinali necessari ad affrontare l’emergenza in atto – ha proseguito Spada – Abbiamo aperto ovunque le nostre strutture ai pazienti Covid-19 come richiesto dai diversi Servizi Sanitari Regionali, ma non siamo più in grado di reggere oltre senza un concreto supporto sul fronte degli approvvigionamenti dei farmaci e dei DPI necessari a proteggere i nostri pazienti e il nostro personale”.
Analogo discorso vale sul fronte del personale: “Se il bando della Protezione Civile avrà successo, ci sarà un’inevitabile ripercussione sulle strutture private che non hanno la medesima visibilità nel ricercare, attrarre e assumere il personale in questa situazione di emergenza. Auspichiamo che ci sia la possibilità di visionare e assumere alcune delle risorse umane selezionate che non verranno inserite negli organici delle strutture pubbliche o in alternativa almeno di ricevere i Curriculum Vitae del personale che non entra in questa selezione per poter procedere all’eventuale reclutamento. Altrimenti di fatto ci sarà per il nostro Ente solo il rischio di veder partire il personale verso strutture pubbliche e dover continuare ad erogare un pubblico servizio senza risorse adeguate”.
“Chiediamo pertanto alle Istituzioni di operare affinché le nostre strutture, al pari di tutte quelle che erogano un pubblico servizio in un momento così delicato, vengano rifornite dei necessari supporti e aiutate a reclutare il personale necessario per continuare ad assistere tutti i pazienti in nostro carico – ha concluso – Non pretendiamo di essere diversi dagli altri, vogliamo al contrario essere uguali a tutti gli ospedali, pubblici e privati, religiosi e non, in questo momento in trincea a combattere l’epidemia da Coronavirus”.