ERBA – Partiranno il prossimo sabato 6 luglio i saldi estivi in tutta la Lombardia e, quindi, anche a Erba. Appuntamento atteso non solo dagli amanti dello shopping, ma anche dai commercianti, messi a dura prova dal netto calo delle vendite primaverili a causa delle rigide condizioni climatiche.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno ogni famiglia spenderà in media poco meno di 230 euro, circa 100 euro pro capite, per l’acquisto di capi scontati, per un valore complessivo intorno ai 3,5 miliardi di euro.
Una vendita che porta con sé la speranza di un recupero dopo la dura prova della primavera: “Le vendite di primavera sono letteralmente saltate, creando una condizione di disastro economico per le imprese e sarebbe legittimo invocare lo stato di calamità per il settore che è fortemente condizionato dalla stagionalità insita nei prodotti di moda – ha dichiarato secondo il Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi – I saldi estivi valgono circa il 12% dei fatturati dei fashion store. L’auspicio è, quindi, che almeno in questi saldi riparta la corsa allo shopping e si possa riscontrare un’effervescenza dei consumi anche se i nostri commercianti possono solo sperare di ‘fare cassa’, ma non certo di recuperare una stagione mai partita”.
Tendenza nazionale riscontrata anche a Erba: “È stato un anno particolare perché di fatto non c’è stata la primavera – ha commentato Michele Riva, commerciante e portavoce di Confcommercio Erba – Per questo, la vendita legata ai saldi estivi sarà ancora più importante perché sarà un tentativo di colmare la mancata vendita riscontrata nei mesi estivi. Venendo a Erba il cliente troverà dei veri affari: le proposte ci sono eccome e quindi invitiamo le persone a venire a compare”. In occasione dell’inizio dei saldi estivi domenica a Erba diversi negozi resteranno aperti: “Si tratta di un segnale che come commercianti vogliamo dare – ha sottolineato Riva – anche per incentivare gli acquisti in città”.
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base:
1. Cambi
La possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi
Non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti
Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
4. Prodotti in vendita
I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
5. Indicazione del prezzo
Obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.