ALBAVILLA – Grande partecipazione di pubblico al convegno sulla violenza domestica. Sabato 29 settembre il convegno tenutosi nella sala consiliare del comune di Albavilla sul tema della violenza assistita da parte dei minori all’interno delle loro case ha visto la nutrita presenza di avvocati , assistenti sociali , rappresentanti delle istituzioni e di tante persone cui sta a cuore la crescita delle nuove generazioni.
Gli interventi dei relatori ed il dibattito del pomeriggio hanno posto in evidenza la necessità di porre al centro i bambini, ciò che sta dentro di loro ed il trauma conseguente quando assistono ad atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale, economica e persecutoria su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minorenni.
“Ad oggi – hanno spiegato gli esperti – sono definiti bambini” invisibili “ ed il trauma che vivono li rende inermi disgregando le loro capacità di difesa e di adattamento tanto da far loro correre il rischio consolidato in età giovanile ed adulta di sviluppare disturbi mentali. Disturbo della condotta, disturbo da uso di cannabis , disturbo di realizzazione , disturbo evitante ,disturbo del desiderio sessuale sono solo alcuni dei disturbi cui può facilmente incontrare in età giovanile ed adulta un minore vittima di violenza assistita”.
In Italia, come raccontano i dati, il fenomeno è poco noto: “Si stima da dati Unicef 2006 che le vittime di violenza assistita possano essere ricomprese da un minimo di 385.000 al un massimo di 1.000.000 di bambini e l’Istat in una rilevazione del 2015 ci dice che la quota di violenze domestiche cui i figli sono esposti si attesta al 65,2 %. Anche in sede giudiziale c’è impreparazione e si assiste ad una commistione fra penale e civile che non tiene conto dell’istituto dell’ascolto del minore, diritto fondamentale dei bambini che viene impropriamente giudicato come un istituto che crea disagio nel minore”.
“Dal convegno – ha dichiarato Ilia Benedetti, presidente di Familiarmente Noi – è emersa forte la necessità di un approccio al problema che sia multidisciplinare, caratterizzato dal consolidamento di una rete operativa integrata e strutturata e di una forte collaborazione operativa fra le professioni di aiuto , quelle giuridiche e le forze dell’ordine”.
Durante il convegno è stato presentato il progetto di realizzazione da parte di FamiliarmenteNoi dell’App V.I.T.A. applicazione gratuita che oltre a fare informazione sugli strumenti per contrastare la violenza di genere è in grado di aiutare alla geolocalizzazione chi ne è provvisto.
Il prossimo appuntamento sarà a Tavernerio il 26 gennaio 2019 per concludere il ciclo dei quatto convegni sulla violenza dal titolo “ violenza e conflitto: due diversi modi di vivere un legame “