
ERBA – Stefano Carnati, talentuoso scalatore erbese, ha raggiunto un (altro) grande traguardo: lo scorso 21 settembre ha conquistato “Biographie”, ardua via di grado 9a+ sulla parete di Céüse, in Francia. Stefano, 20 anni, è il diciassettesimo scalatore al mondo, unico italiano insieme al torinese Stefano Ghisolfi, ad aver completato la durissima linea sulla parete francese, simbolo dell’alta difficoltà in arrampicata libera.
Biopraphie è solo l’ultimo dei tanti traguardi collezionati negli anni dal giovanissimo scalatore, membro, come il padre Adriano Franz Carnati, dei Ragni di Lecco, storico gruppo alpinistico. Nel 2013 in Canada l’erbese ha conquistato il titolo di campione mondiale di arrampicata nel campionato giovanile, categoria ‘Lead’ (difficoltà, ndr).
Abbiamo incontrato Stefano nella sua casa, a San Maurizio, e lo abbiamo intervistato per farci raccontare meglio la sua ‘passione verticale’ che, tiro dopo tiro – per rubare il gergo al mondo dell’arrampicata – lo sta conducendo su vette sempre più alte.

Partiamo proprio da Biographie, il tuo ultimo exploit: da quanto tempo sognavi questa via? E’ stata dura allenarsi?
“La prima volta che ho visto Biographie non scalavo ancora. Ero a fare un giro con i miei genitori e quando siamo arrivati sotto quei sassi mio papà mi ha spiegato che lì c’era una delle vie più difficili al mondo. Poi ho iniziato a scalare…e ho iniziato a sognare. Da due anni ci dedicavo ogni allenamento. La prima volta che ho provato ad affrontare Biographie è stato con Stefano Ghisolfi. Lo scorso anno ci ho dedicato davvero tanto tempo con alcuni miei amici scalatori di Torino. Tra maggio e giugno di quest’anno l’ho provata e riprovata da solo. Poi è arrivato il 21 settembre: ho attaccato la via, le sensazioni erano diverse, finalmente mi sentivo leggero e rilassato, movimento dopo movimento l’ho chiusa. E’ stato davvero emozionante e liberatorio”.
Tornando indietro da dove nasce la tua passione per l’arrampicata?
Sono, come si dice, un figlio d’arte! Ho scoperto questo sport 10 anni fa, grazie a mio padre, Adriano Carnati, per tutti Franz. In realtà il mio primo sport è stato la ginnastica artistica, ogni tanto seguivo mio padre quando andava in falesia vicino a casa. Il posto dove ho iniziato davvero è Burs, una falesia in Austria: da lì non ho più smesso.
I tuoi successi hanno dimostrato che hai fatto bene ad iniziare! Cosa fai oltre all’arrampicata?
Dopo la maturità scientifica mi sono iscritto in università a Como, studio Scienze dell’Ambiente e della Natura all’Insubria. Fondamentalmente o scalo o studio!
Come mai non hai scelto di diventare uno scalatore professionista, anche dopo il titolo vinto nel 2013?
Questa è una domanda che mi fanno in molti. In Italia, a differenza di altri Stati, europei e non, la vita da professionista per uno scalatore è difficile in termini economici, insomma vivere solo di arrampicata oggi è difficile. Forse la vera motivazione rimane legata allo studio: senza un titolo di studio non si può andare lontani al giorno d’oggi. Dunque nel mio futuro cercherò sempre di dividere il tempo tra studio, lavoro e scalata.

Da tempo sei membro dei Ragni di Lecco. Cosa vuol dire per te essere un ‘maglione rosso’?
Mio papà è un Ragno, per me tutto è iniziato lì. E’ stata e continua ad essere una grande opportunità per me, tutto il gruppo mi ha accolto e sostenuto come una famiglia, per me è davvero importante. Fare parte dei Ragni di Lecco, “istituzione” nel mondo dell’arrampicata e alpinismo mondiale, è un vero onore per me.
Da erbese, cosa pensi del nostro territorio per scalare?
Viviamo in un vero e proprio paradiso! Di solito chi scala va verso le montagne lecchesi, ma anche qui la materia prima non manca. Penso alle falesie del Gajum, a Canzo, ma di posti ce ne sono davvero tantissimi. A Erba sarebbe davvero bello poter riqualificare e mettere in sicurezza il Buco del Piombo, dove negli ultimi anni forti scalatori come Luca Schiera e Simone Pedeferri hanno aperto delle belle vie, ad esempio Divina Commedia. Speriamo che presto questo patrimonio possa tornare fruibile in tutta sicurezza.

Dove ti alleni principalmente?
Fino a qualche anno fa sfruttavo tutto il tempo possibile e arrampicavo anche a casa, dove mi sono fatto costruire una piccola parete di arrampicata. Oggi mi sposto tra Lecco e Milano. Ho in mente un progetto particolare…
Non ci anticipi niente?
Anticipo solo che fino a maggio sono libero da gare quindi potrò allenarmi in vista di questo progetto!
Un’ultima domanda: cosa ti sentiresti di dire a chi si sta avvicinando all’arrampicata?
Arrampicare fa bene, al corpo e alla mente, e soprattutto, fa benissimo ai bambini. Quindi arrampicate. E’ uno sport che oltre a metterti in stretto contatto con la natura ti fa prendere coscienza del tuo corpo e dei tuoi limiti. Negli ultimi anni sempre più persone arrampicano, non solo outdoor (all’aperto, ndr) ma in palestra. Non posso che consigliarlo!
QUI un video su Stefano Carnati realizzato dal Gruppo Ragni di Lecco