COMO – Riceviamo e pubblichiamo:
La gestione “pubblica” dell’acqua in provincia di Como è approdata a un punto critico. Si corre il rischio di vanificare impegno e lavoro di anni per realizzare la società Como Acqua srl, pronta da mesi a diventare operativa.
Il ritardo, conseguente al veto posto al nastro di partenza della Società da alcuni Sindaci neo-eletti, tra i quali figura anche il Sindaco di Cantù, blocca, inoltre, nuove assunzioni e finanziamenti.
Le questioni sollevate dovrebbero ormai essere risolte ma tutto è ancora fermo e il rischio che non sia rispettata la volontà, espressa dai cittadini con il referendum del 2011, diventa sempre più concreto.
Affinché la gestione rimanga nelle mani dei Sindaci e di un gestore pubblico, per scongiurare l’affidamento a un gestore privato, il Comitato Comasco Provinciale per l’Acqua Pubblica in questi mesi ha seguito attivamente – come ha sempre fatto, fin dalla raccolta firme per il referendum svoltosi nel 2011 – gli ultimi avvenimenti con iniziative e comunicati e il 12 gennaio ha chiesto un incontro urgente con il Sindaco di Cantù; non ricevendo alcuna risposta il Comitato ha sollecitato l’incontro in data 25 febbraio.
A tutt’oggi non è giunta nessuna risposta da parte dell’amministrazione canturina.
Pur consapevoli dei molteplici impegni di un Sindaco, ci meravigliamo del perdurante silenzio dell’amministrazione canturina nei confronti delle richieste del Comitato, parte attiva ed espressione dei cittadini, considerando l’importanza che nella vita dei cittadini ha l’acqua e la sua gestione. Auspichiamo che ora anche tutti i Sindaci che avevano sollevato delle critiche (tra cui, oltre Cantù, quelli di Como, Erba e dei comuni del Triangolo Lariano) sostengano in termini positivi la fusione delle società in Como Acqua”.
Comitato Comasco Provinciale per l’Acqua Pubblica