Como

Lavoro. Cresce la cassa integrazione in Provincia di Como

Caterina Franci 24 Luglio 2017

Como, Economia/Lavoro

COMO – Il sesto rapporto sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco evidenzia una situazione altalenante nella richiesta di cassa integrazione da parte delle aziende lecchesi e comasche, e con ciò si conferma che la crescita economica soggetta ad una fibrillazione mercati nazionali ed internazionali. Lo si evince dal sesto rapporto sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco diffuso dalla Uil del Lario.

Infatti, la cassa integrazione ordinaria nel mese di giugno è cresciuta sia nella provincia di Como (+588,9%) sia in quella di Lecco (+340,2%) rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, e nel territorio di Como la cassa integrazione totale è addirittura aumentata +176,4% nel mese di giugno rispetto allo stesso periodo dell’anno 2016.

Prendendo in riferimento il primo semestre del 2017 e confrontato con lo stesso periodo dell’anno scorso si rileva che in Provincia di Como la cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 32,9%, mentre, a Lecco è diminuita del 61,2%, in Lombardia -36,3% e in Italia – 28,1%.

A influenzare pesantemente questa situazione è ancora il settore tessile, che ha visto incrementare la richiesta di ore di cassa integrazione ordinaria nel primo semestre di quest’anno del 112,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

È, invece, positiva la situazione del settore metalmeccanico in Provincia di Lecco, dove la cassa integrazione totale diminuisce nel primo semestre di quest’anno del 65,3% rispetto allo stesso periodo del 2016.

clicca qui per ingrandire

 

“Il rapporto – spiega Salvatore Monteduro, segretario del sindacato – conferma una situazione di stabile ripresa economica, anche se più debole per le aziende Comasche e più sostenuta per quelle Lecchesi”.

Resta alto il numero di lavoratori in cassa integrazione, fanno notare dalla Uil (Como 2.435; Lecco 881), ed ancora una volta l’organizzazione sindacale “segnala l’importanza degli ammortizzatori sociali a salvaguardia del posto di lavoro e delle professionalità presenti nelle aziende. Si rimarca la necessità – dice Monteduro – di tenere alta la guardia ed è indispensabile sostenere la domanda interna con politiche economiche espansive”.