LAMBRUGO – Anche il ministro Virginio Rognoni è arrivato a Lambrugo lunedì 2 giugno in occasione della consegna della cittadinanza onoraria a Giorgio e Giancarlo Puecher.
La cerimonia è stata introdotta dal saluto e dai ringraziamenti del sindaco, Giuseppe Costanzo. Poi sono stati letti dei passi sul tricolore, con citazioni di Dante e Carducci, ed è stato mostrato un breve cortometraggio sulla storia della bandiera italiana.
“Sono passati 68 anni da quel 2 giugno 1946, quando gli italiani scelsero di vivere in un paese da essi governato attraverso istituzioni democraticamente elette, e sono 153 anni dal momento in cui ci si trovò finalmente uniti sotto un’unica bandiera“, ha affermato il sindaco nel suo discorso. Ha parlato poi di Risorgimento e Resistenza, uniti dal denominatore comune che sono tutte le persone, giovani in particolare, che non hanno esitato a mettere in gioco la propria vita e che ci consegnano un’immagine forte, pulita, di grande unità e coraggio del popolo italiano. “In questo giorno, per noi lambrughesi, ricordare è anche fare memoria del sacrificio di un giovane che nella nostra Lambrugo ha vissuto”. La prima medaglia d’oro al valor militare, Giancarlo Puecher: “Anche grazie alla sua morte è nata la nostra Repubblica”.
Parola poi a Rognoni, che è stato ministro dell’Interno, di Grazia e Giustizia, della Difesa e vice-presidente del Consiglio superiore della magistratura. “Puecher è stato protagonista della memoria condivisa. Era un giovane borghese. Si è fatto partigiano l’8 settembre ’43, immediatamente, ha preso subito una posizione. L’offesa fascista era stata lunga e non è stata subito riconosciuta dagli italiani. C’era una sorta di pensiero debole che caratterizzava le giovani generazioni. La democrazia stessa, pre-fascismo, era stata debole ma da lì è potuta nascere la Resistenza. Puecher ne è stato l’emblema e deve essere un esempio: bisogna spendersi, non rimanere indifferenti alle cose che accadono, conoscere la storia e cavalcarla. Questa cittadinanza è un segno”. Un commento anche alla monarchia: “E’ caduta in maniera volgare ma la fuga del re ha consentito che ci fosse poi una continuità. Finita la guerra, eravamo un paese sconfitto ma i tanti giovani come Puecher hanno dato all’Italia la possibilità di essere liberata“.
Terminato il discorso di Rognoni, fortemente applaudito, sono state lette le motivazioni delle consegna della cittadinanza a Giorgio e Giancarlo Puecher ed è stata consegnata la pergamena alla signora Marilena Puecher, moglie del figlio minore di Giorgio, Gianni, fratello di Giancarlo, che ha ringraziato emozionata senza però voler rilasciare dichiarazioni.
Presenti alla cerimonia anche il segretario del centro Puecher (presieduto da Rognoni) Cesare Grampa, la dirigente dell’istuituto comprensivo di Merone e Lambrugo, la professoressa Alessandra Barbaresi, il presidente dell’asilo, Vincenzo Milone, il gruppo Alpini, la Polizia locale e i rappresentanti delle associazioni lambrughesi e il comandante della stazione dei Carabinieri di Lurago, Mario Evangelista.