“Metodo Stamina” sui banchi della commissione sanità della Regione

Admin Altreforme 10 Luglio 2014

Sanità

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Metodo StaminaMILANO – Intervento sul caso Stamina della consigliera del gruppo Misto e coordinatrice regionale Popolari per l’Italia Maria Teresa Baldini.

La relazione dell’indagine conoscitiva sul “Metodo Stamina” è arrivata in Regione Lombardia, sui banchi della Commissione Sanità. La consigliera Baldini, dopo aver ringraziato il relatore Fanetti, ha sottolineato la necessità per il Pirellone di prendere posizioni chiare in sinergia con la comunità scientifica e per Ministero ed AIFA di decidere trasparentemente come porsi rispetto alle cure compassionevoli.

La Baldini ritiene che, di fronte al vuoto politico istituzionale, abbia prevalso l’imbroglio scientifico, che ha saputo dare una speranza a pazienti e familiari e giocare con la burocrazia: “Dal siero di Bonifacio al caso Di Bella, ogni tanto la speranza si riaccende in chi ne ha fortemente bisogno: noi dobbiamo proteggere costoro ai quali va il mio personale sostegno – prosegue la consigliera – e dobbiamo intervenire fortemente dettando le giuste linee guida”.

“Ho citato Di Bella – chiarisce la coordinatrice regionale Popolari per l’Italia – che era certamente in buona fede e, a differenza di Vannoni, era un medico. Tra l’essere medico e fare il medico la differenza è enorme: dobbiamo dare spazio al lavoro di ricerca dei primi, che sempre vorranno trovare il metodo di curare e scoprire soluzioni, per questo non vanno ostacolati”.

La Baldini, dottoressa di professione, dichiara esplicitamente che la categoria deve assumersi piena responsabilità, come nella maggior parte dei casi quotidianamente fa.

“La sanità è sempre più scientifica e tecnologica, il fatto è che il metodo Stamina è stato portato da un non-medico e abbiamo visto il caos che ha creato, anche per colpa del grande impatto che hanno i media nel nostro mondo – sottolinea la consigliera ribadendo che lotterà sempre in difesa dei professionisti impegnati nella ricerca – Le staminali si basano su un concetto nuovo di sperimentazione clinica che va affrontata in modo scientifico. Mai un medico direbbe no al progresso, perché è conscio dei passi avanti che la scienza può fare: si pensi che nell’Ottocento per anestetizzare un paziente gli si faceva annusare un fazzoletto d’etere; ma se non c’è un cuoco il ristorante non si fa”.

“L’intera vicenda Stamina – chiude la Baldini – ricade su tutti i cittadini che di fatto pagano le spese legali che Regione Lombardia si trova a dover affrontare e continua a creare false illusioni”.