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Como vola col turismo, ma l’industria frena: -3,8% nel 2024

Redazione 25 Giugno 2025

Economia/Lavoro, Erba

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Presentato a Lariofiere il Rapporto 2025 sull’Economia Lariana

L’economia comasca si regge sui servizi, ma manca un piano per ridare forza alla manifattura e attrarre giovani imprese

ERBA – Turismo internazionale da record, industria in crisi e lavoro sempre più precario: è questa la fotografia del sistema economico comasco restituita dal Rapporto 2025, presentato alla XXIII Giornata dell’Economia Lariana, tenutasi oggi, a Lariofiere di Erba, sotto l’egida della Camera di Commercio di Como-Lecco.

Il titolo dell’edizione – “Benessere e sviluppo sostenibile” – ha fatto da cornice a una giornata intensa, aperta dal presidente Ezio Vergani e dall’assessore regionale Guido Guidesi, con un intervento chiave di Enrico Giovannini (ASviS), che ha ricordato: “Non esiste benessere senza equilibrio tra economia, società e ambiente”.

Turismo superstar, ma non basta

Como si conferma locomotiva del turismo lariano, con numeri da capogiro: oltre 6,1 milioni di presenze nel 2024, +9% rispetto all’anno precedente, e l’84% da parte di turisti stranieri. Il dato è il più alto tra le province lombarde, sostenuto da una capacità ricettiva sempre più orientata al lusso: oltre il 50% delle strutture alberghiere sono a 4 o 5 stelle, mentre l’extra-alberghiero è cresciuto del 40% in due anni.

Eppure, la spesa turistica straniera è scesa dell’8,5%, segno che l’attrattività non sempre si traduce in valore economico. La spesa complessiva ammonta a 1,6 miliardi, ma si concentra quasi tutta sul ramo comasco: 90% contro 10% lecchese.

Industria in calo, commercio sotto pressione

La vera nota dolente è la produzione industriale, che nel comasco precipita del 3,8%, più di ogni altra provincia lombarda. Anche l’artigianato segna il passo (-0,4%).
Il commercio continua a soffrire: la crescita è solo dello +0,4%, frenata da caro-affitti, calo dei consumi e concorrenza online.

Oltre a questo, cresce il fenomeno della desertificazione bancaria: oltre il 30% dei comuni comaschi non ha più uno sportello bancario.

Lavoro: dinamico ma incerto

Il tasso di disoccupazione è contenuto (4,6%), ma solo il 24,7% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato, mentre il resto è precario o a termine. Il 55% delle figure ricercate è di difficile reperimento, soprattutto nei settori turistico, artigianale e manifatturiero.
L’indice di attività è sceso al 71,3%, e il lavoro pendolare è in aumento: oltre 32.500 comaschi lavorano ogni giorno a Milano, segno di un sistema locale che non riesce a trattenere i suoi talenti.

Popolazione che invecchia, poche imprese giovani

Como ha un indice di vecchiaia di 216,7, tra i più alti d’Italia. La popolazione in età attiva è in calo, mentre le imprese giovanili restano basse: 7,9% del totale.
Le imprese a guida straniera sono il 11,7%, in aumento rispetto al 2023, ma prevalentemente nei servizi di base.

Una visione da costruire: turismo sì, ma non solo

Alla tavola rotonda hanno portato esperienze e visioni Giovanni Agostoni (ICAM), Don Walter Magnoni (Univ. Cattolica), Iacopo Mazzetti (Fondazione Milano Cortina), Alessandro Perego (Politecnico) ed Elena Maria Carla Torri (ICMA Srl SB).
Il messaggio emerso è chiaro: la sostenibilità è una leva economica, non un vincolo. E serve una visione territoriale integrata.

Nel pomeriggio, Daniele Rusconi, insieme ai ricercatori Andrea Gianni e Gianni Menicatti, ha presentato dati e scenari su export, lavoro, formazione e transizione ecologica.

Como resta una destinazione di successo e un polo turistico di richiamo internazionale, ma la sostenibilità del suo sviluppo economico è tutta da costruire. Senza un rilancio della manifattura, investimenti nella formazione tecnica e un piano per riequilibrare occupazione e servizi, la crescita rischia di restare effimera. Il Rapporto 2025 lancia un messaggio chiaro: non basta attrarre, serve anche trattenere, innovare e includere.

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