ERBA – In via Verri nessuno poteva immaginare la tragedia che si è consumata mercoledì 16 luglio, dove Luigia Castelnuovo è stata uccisa dal figlio con un colpo di pistola.
I vicini raccontano i Rosa come una famiglia discreta, silenziosa e di poche parole ma certamente non si pensava che il figlio Massimo, che viveva con la madre e il fratello in quel cortile di Erba, potesse arrivare a uccidere l’anziana Luigia Castelnuovo, invalida da ormai 15 anni.

Proprio lui, che era sempre al suo fianco e che dormiva accanto a lei da tanti anni. L’intero vicinato è sotto shock per l’accaduto: dai parenti, ai vicini.
“Luigia era una bravissima donna – ricordano – Non si meritava di morire così. Sapevo che di lei si occupavano i figli ma non immaginavo che potesse succedere questo”.
Eppure in molti avevano notato, negli ultimi tempi, che Massimo era stanco, quasi esasperato dalla situazione a cui era costretta l’anziana madre.
“Non lo conosco bene, gli consegnavo la posta. L’ultima raccomandata pochi giorni fa. Sinceramente non era uno di molte parole, ma da lì a diventare un assassino.. Era molto pallido, quello si”, sono i ricordi della postina, che lo ha visto appena due giorni fa.
Rosa, reduce da poco da un’intervento al cuore, non amava la compagnia: “Stava sempre rinchiuso in casa, non si vedeva mai”, commentano i vicini.
Forse sono proprio la solitudine e lo stress nell’assistere impotente alle condizioni della madre che lo hanno spinto ad ucciderla con la pistola che era appartenuta al nonno, che era stato un carabiniere.